Conversazioni con mio fratello. Parte prima: verità e finzione

Un’intervista di carattere “familiare” su La sorella di Mozart

Il mio romanzo La sorella di Mozart, Corbaccio, è in libreria dal 19 gennaio 2006. Il più veloce di tutti a leggere il tomo e commentarlo, quando ancora le copie fumavano d’inchiostro, è stato mio fratello Leonardo. Questi sono i suoi commenti e le sue domande, alle quali seguono le mie risposte.

Maria Anna “Nannerl” Mozart

Mi sono procurato il libro a Pisa e sono a pag. 125. Qual è l’unico personaggio immaginario? Armand? Quando mi dicesti che ce n’era uno solo, presumo ti riferissi ai personaggi principali. Non mi dirai che discendono dalle tue ricerche anche la teutonica cameriera o la contessa mediatrice di matrimoni (magnifica la sua perorazione pro conoscitori dell’umana psiche) o il bellissimo nobile di bassa statura.

Rispondo in maniera parziale, perché qual è il personaggio d’invenzione non si deve sapere, a pag. 125! Non è Armand d’Ippold, che fu realmente l’innamorato storico di Nannerl. E tra gli altri che citi, sai che i Mozart ebbero una cameriera che si chiamava proprio Tresel? Ed è esistito anche il nobile Baptist von Berchtold zu Sonnenburg. Invece la contessa mediatrice di matrimoni (Katharina von Esser) è un personaggio di fantasia. Mi sono divertita un sacco a scrivere la serie di sciocchezze che dice.

Wolfgang è stato a più riprese cattivo ed egoista nei confronti della sorella; o forse è stato semplicemente umano nell’anteporre il proprio interesse a tutto il resto, e stupido nel non capire quanto soffrisse Nannerl nell’essere lasciata a casa. Era davvero un giovialone un po’ scapestrato e sciupafemmine?

Mozart era sicuramente uno scapestrato, ha avuto davvero una relazione con sua cugina Thekla e pare fosse davvero uno sciupafemmine; ed era senz’altro un giovialone, a giudicare dalle lettere nelle quali non fa che parlare di escrementi. Ma era anche un intelletto altissimo, cosciente del proprio valore, dotato di una dignità personale, di una chiarezza di pensiero, di una coerenza alle quali si può solo tentare di ispirarsi.

È vero che Salieri è stato maestro di Beethoven?

Ebbene, sì. E sai che esiste anche testimonianza di un incontro tra Mozart e Beethoven? Il secondo dei due fu portato al primo (all’epoca in cui Mozart viveva a Vienna) perché lo prendesse a lezione. Avevo vagheggiato di inserire questo episodio nel romanzo, ma poi ho capito che non c’entrava col mio percorso narrativo.



Il Regno di Dietro l’hai inventato tu? O c’è qualche riferimento storico? Comunque ci sta molto bene.

Mozart_bambino
Wolfgang Mozart da bambino

Il Regno fatato esisteva davvero, o almeno esisteva nella fantasia di Mozart bambino. Il nome originale in tedesco è Rücken, che letteralmente vuol dire “schiena”: il Regno della Schiena! Nessuno sa perché lo chiamasse così. La stessa Nannerl, in un suo scritto, ne parla, e riferisce di non ricordare più l’origine di questo nome.

C’è però una lettera di Mozart a Sebastian Winter (il servitore che li accompagnava in tournée) nella quale Rücken è scritto con la “i” al posto della “ü”, ovvero “Ricken” (che non vuol dire niente). Questo potrebbe far pensare che si trattasse di un nome inventato, una sorta di balbettamento infantile, e che non designasse effettivamente la schiena. Però bisogna tenere presente che al tempo di Mozart l’ortografia del tedesco era talvolta leggermente diversa, e che nella fattispecie i suoni “ü” e “i” erano spesso intercambiabili.

Inoltre, come mi fa notare il Vicedirettore del Forum Austriaco di Cultura di Roma, Wilhelm Pfeistlinger (che ringrazio ancora per questo contributo, e per la memorabile presentazione del 21 febbraio), in Svizzera, non troppo lontano da Donaueschingen (Germania) dove viveva Sebastian Winter, c’è un villaggio che si chiama proprio Ricken. “Non può essere” scrive Pfeistlinger “che Mozart, nella sua infinita capacità di giocare con le parole, si sia ispirato a Ricken e che gli sia piaciuta questa somiglianza fonetica?” E conclude: “Lasciamo litigare i musicologi…”

La serie di domande e risposte continua qui.

About

Questo è il sito di Rita Charbonnier, autrice dei romanzi Figlia del cuore (di prossima uscita per Marcos y Marcos), La sorella di Mozart (Corbaccio 2006, Piemme Bestseller 2011), La strana giornata di Alexandre Dumas e Le due vite di Elsa (Piemme 2009 e 2011). Scopri di più...

6 commenti su “Conversazioni con mio fratello. Parte prima: verità e finzione

  1. Ed io che pensavo che il personaggio di fantasia fosse Victoria…allora sua figlia Nannerl e’ realmente esistita?ed era figlia di Mozart?…
    Non voglio bombardarti di domande ^____^ sapessi quante ne ho….

    Avere trovato questo tuo blog e’ per me una grande felicita’…oltre, ovviamente,ad aver letto il tuo meraviglioso romanzo.

    Giglio.

  2. Giglio, ti ringrazio di cuore perché i tuoi interventi mi danno sempre fantastici spunti per i prossimi articoli da pubblicare sul blog. Non preoccuparti, i bombardamenti di domande sono gli unici bombardamenti graditi al mondo, quindi non farti scrupolo e chiedi tutto quello che ti pare. Non offenderti, però, ti prego, se a qualche domanda non rispondo… come non rispondo a questa! Se lo facessi rischierei di rovinare, a chi ancora non ha letto il libro, alcune sorprese importanti. Posso risponderti in forma privata, ma non so bene come fare. Se vado sul tuo blog c’è modo di farti arrivare una comunicazione che non sia leggibile a terzi?
    E a proposito degli spunti che mi dai, un argomento che vorrei trattare tra breve riguarda proprio la rivelazione dei colpi di scena fondamentali di un romanzo da parte… dei critici letterari. Ho letto con un certo sconcerto alcune critiche de La sorella di Mozart, senz’altro gentili e lusinghiere, che però spiattellavano con estrema naturalezza alcuni eventi cruciali. Di solito questo per i film non si fa. Perché lo si fa per i romanzi? Io credo che una risposta ci sia. Ne parleremo, ne parleremo…
    Ancora grazie,
    Rita

  3. Cara Rita mi puoi scrivere a questo indirizzo di posta am_bra@yahoo.it

    Mi dispiace, non avevo pensato alle persone che ancora non conoscono o non hanno terminato la lettura del tuo romanzo.
    Sono stata spinta ingenuamente dalla passione per “la sorella di Mozart”.

    Giglio.

  4. Giglio, non preoccuparti ASSOLUTAMENTE! Te l’ho detto, la tua domanda mi ha fornito lo spunto per un futuro articolo, quindi l’unica cosa che posso fare è ringraziarti di cuore. Ci sentiamo presto via email!
    Rita

  5. Il Regno di Schiena: Dato che si trattava di un gioco inventato per i lunghi viaggi, ci sarebbe un’altra interpretazione, e cioè il verbo rücken – smuovere, o spostare.

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