Conversazioni con mio fratello. Parte seconda: merda secca!

Seconda parte dell’intervista di carattere familiare

La prima parte si trova qui.

Baptist

Ho finito di leggere il tuo romanzo or ora. Magnifico! E via enumerando e lodando! Devo dire, però, che il personaggio di Baptist mi ha lasciato un po’ perplesso. Non è troppo buono, forse? Non si scompone neanche con una scoppiettata nel sedere. Non gli si potrebbe trovare qualche difettuccio, oltre alle giovanili manie di poetastro? E poi, perché è di bassa statura?

Quando iniziai a lavorare sulla storia, il personaggio di Baptist (qui accanto, un ritratto del personaggio storico) era molto diverso. Come Armand era l’amore romantico, così lui era un vecchio bilioso e ottuso, che si sente un gran poeta e invece scrive versi orrendi. Ma gradualmente mi sono resa conto che non funzionava; che nel rapporto tra Nannerl e Armand c’era, ci doveva essere, qualcosa di ombroso e depressivo; che Baptist per contro poteva essere un grand’uomo; che quello di Nannerl con lui doveva essere un rapporto sano, libero e liberatorio, possibile solo perché la protagonista, nel tempo, si è evoluta.

Allora il verseggiare di Baptist è diventato una forma di protesta contro la vacuità del mondo cui appartiene, e lui è diventato un bellone, di una bellezza insultante, tale da far pensare a una persona che ha poca stima di sé: non è possibile che io piaccia a uno così! Poi volevo che apparisse fin dal primo istante come un uomo fuori dell’ordinario, e per quello ha gli occhi diversi l’uno dall’altro. Ma a quel punto ci voleva un qualcosa che lo riportasse giù dall’Olimpo… ho scelto la statura perché mi consentiva di conservarne la bellezza, e perché mi divertiva l’idea che Nannerl si fidanzasse con un uomo più basso di lei.



Dici che Baptist è troppo buono? Accipicchia! Quando chiarisce a Leopold che deve stare alla larga è persino scortese. E non si scompone quando Nannerl gli spara nel sedere perché non è realmente offeso da quel gesto: la maleducazione, la cupezza, l’atteggiamento polemico di lei lo divertono e lo eccitano.

In effetti Baptist ha qualche volta delle ombrosità. Non posso impedirmi di pensare, ad esempio, che sfrutti il figlio fanciullo per riavvicinarsi a Nannerl, con la manfrina dei cavalli e delle cavalcate. Ma insomma è un buono. Certo che tratta male Leopold, ma lo fa perché vuole difendere l’amato bene. Un’altra cosa. Non mi convince molto l’intercalare della madre, Anna Maria Mozart: “Merda secca!” Mi è sembrato un po’ inverosimile che una piccolo-borghese del Settecento potesse permettersi un simile linguaggio al di fuori della stretta cerchia familiare.

Ho inteso caratterizzare Anna Maria come una donna di estrazione popolare, vitale e caciarona. In effetti lei usa quell’espressione sempre e solo all’interno della cerchia familiare, salvo casi eccezionali: quando sta praticamente partorendo nel salotto nobiliare e nessuno le dà retta, e proprio le scappa di bocca; oppure quando rimprovera la figlia, a casa di Christian Bach, a Londra. Il cameriere la sente e infatti resta scandalizzato, ma in quel momento lei è molto arrabbiata e non si era accorta che quel tale fosse lì.

Sei molto brava a descrivere il primo, focoso amplesso tra Nannerl e il futuro marito. Non posso fare a meno però di osservare che, per quanto se ne sa, per lei è la prima volta, e per di più a un’età non proprio acerba: si crede che la prima volta non sia in genere molto entusiasmante per una donna, e neanche per un uomo se è per questo. Lui è magari più esperto, ma anche lei non sembra di primo pelo.

Sospetto che quello che la prima volta non sia un granché per una donna sia un vecchio, caro, buon mito maschile… 😉

About

Questo è il sito di Rita Charbonnier, autrice dei romanzi Figlia del cuore (di prossima uscita per Marcos y Marcos), La sorella di Mozart (Corbaccio 2006, Piemme Bestseller 2011), La strana giornata di Alexandre Dumas e Le due vite di Elsa (Piemme 2009 e 2011). Scopri di più...

3 commenti su “Conversazioni con mio fratello. Parte seconda: merda secca!

  1. Benvenuto, prima di tutto, e grazie per la domanda.

    Questo post, e il precedente, sono tratti da una reale corrispondenza che ho avuto via email, con mio fratello, sul romanzo; in quel contesto non sono stata a badare troppo alla forma. Nel momento in cui ho trasferito il tutto sul blog, inizialmente ho lasciato il linguaggio così com’era, per lasciare alle frasi l’immediatezza originaria. Poi però gradualmente ho tolto quasi tutte le parolacce, e l’ultima superstite l’ho tolta dopo questa tua segnalazione, della quale ti ringrazio.

    Se invece ti riferisci a “merda secca”… beh! Perché Anna Maria Mozart ha questo intercalare, nel romanzo, lo spiego nel post.

    Ancora grazie e alla prossima!

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