Un bambino prodigio? Dato l’argomento de La sorella di Mozart, sarebbe pertinente, ma…
Ops… ci dev’essere un errore. La brutta ceffa vestita di nero, che appare nella foto qui sotto sulla sinistra, sembrerebbe una donna — e il titolo di questo articolo parla di traduttore e non di traduttrice (del mio romanzo La sorella di Mozart, ça va sans dire). La personcina sulla destra, invece, sarebbe evidentemente un bambino prodigio, se la traduzione l’avesse fatta proprio lui. Certo, dato l’argomento del libro, sarebbe anche possibile…

La verità? Quello a destra nella foto è Tommie, il figlio (il più grande dei quattro) dei miei traduttori olandesi. Che è uno solo, però sono due.
Andiamo per ordine. Lei, Manon Smits, è stata la prima persona in Olanda a leggere il mio romanzo per l’editore Arena, allo scopo di dare un parere: è il caso di pubblicare questo libro nella nostra lingua, oppure no? E Manon non solo ha detto di sì, ma ha detto che voleva assolutamente tradurlo lei. Però aveva fatto i conti senza l’oste, ovvero Alessandro Baricco, l’ultimo libro del quale aveva appena iniziato a tradurre. Quando è arrivato l’incarico, lei si è ritrovata sommersa di lavoro, e impossibilitata a rispettare le consegne. Allora ha chiesto aiuto a lui, Pieter van der Drift, che in quel momento era più libero; lui ha tradotto e lei ha revisionato. E ne è venuto fuori un ottimo lavoro, se è vero che il romanzo è stato accolto molto bene in Olanda ed anche in Belgio, e che è già in ristampa. Grazie!
Ancora sulla foto in cima. L’ha scattata Pieter a Roma, dal Belvedere del Fontanone al Gianicolo, e la persona sulla sinistra è… oh, lasciamo perdere…