Vallettopoli, 10 anni dopo (il Merolone)

Quella del cosiddetto Merolone è una vicenda molto italica e molto chiacchierata

Valerio Merola detto Merolone

Il finale in “òpoli” è di recente invenzione (perlomeno: abbastanza recente), ma di ricatto sessuale ai danni di aspiranti vallette e attrici si parla da quando esistono le vallette e le attrici. Con una costante: loro, ragazzacce disposte a tutto, sono messe alla berlina; trascurando il particolare, non irrilevante, che potrebbero aver subito pressioni e magari anche minacce.

Dieci anni fa, una di queste vicende (grossolana, è il caso di dirlo) trovò ampio spazio su tutti i giornali: quella di Valerio Merola, da allora soprannominato Merolone. Una ragazza lo denunciò, e lui si difese in un modo che mi parve un po’ bizzarro. Ho pensato di celebrare l’anniversario ripubblicando, qui sotto, un breve articolo che scrissi allora per un periodico romano.


La sindrome del Merolone

Chi non ha chiuso gli occhi, le orecchie e le finestre durante l’estate ne avrà senz’altro sentito parlare. Alcune “attricette” sarebbero state costrette a concedere turpi favori a turpi personaggi in cambio di ingaggi nel mondo dello spettacolo, e della televisione in particolare.

Una di queste ragazze, ribellatasi alla turpe transazione, ha raccontato ai giudici quali specifiche turpitudini le furono richieste, rivelando che si trattò di rapporti sessuali “contro natura”. Alto si è levato allora il grido dell’imputato: signori, la sgualdrinella mente, la mia straordinariamente generosa conformazione fisica rende irrealizzabili simili prodezze! Sorrisi sghembi, invidia degli uomini, curiosità delle donne.

La tristezza infinita nella quale la storiaccia ci ha gettate ci ha impedito di appurare se le dichiarazioni dell’imputato siano state verificate sperimentalmente. Ma la faccenda è stata comunque illuminante. È ora un fatto assodato e pubblicamente attestato: esistono “dimensioni” oltre le quali non è proprio possibile lanciarsi in certe imprese.

Ma quali sono, precisamente, queste “dimensioni”? Eh diavolo, sull’indispensabile particolare le informazioni sono davvero scarse. Possibile che nessun ricercatore intenda percorrere il sentiero testé individuato? Possibile che nessuna rivista scientifica offra il dovuto spazio all’argomento? Bisognerebbe brevettare e mettere in commercio un misuratore tridimensionale, da tenere nel cassetto del comodino accanto al Kamasutra: questa posizione sì, questa no, questa forse. Questa ce la faccio, questa mica lo so. Beati i meno dotati, almeno possono fare tutto quel che la passione e l’estro gli suggeriscono.

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Questo è il sito di Rita Charbonnier, autrice dei romanzi Figlia del cuore (di prossima uscita per Marcos y Marcos), La sorella di Mozart (Corbaccio 2006, Piemme Bestseller 2011), La strana giornata di Alexandre Dumas e Le due vite di Elsa (Piemme 2009 e 2011). Scopri di più...

2 commenti su “Vallettopoli, 10 anni dopo (il Merolone)

  1. Ommioddio. Non mi sono accorto di aver chiuso occhi, orecchie e finestre durante l’estate, eppure questa me l’ero persa.
    Sostengo da sempre che l’Anticristo sarà un giurista maschilista frequentatore della Parrocchia ed amante dei motori, ed è bello (cioè bruttissimo) scoprire tali conferme ai miei timori.
    Temo che l’occidentale “società dello spettacolo” (per dirla con Guy Debord) non sia granché diversa dalle teocrazie, quali ad esempio quelle islamiche (Iran, Talebani, etc.) e quelle cristiane (molte isole del Centroamerica): in entrambi i casi il vomitevole maschilismo imperante vuole la donna come mero oggetto sessuale, privata di qualsiasi attributo intellettuale.
    Donna-schiava, donna-madre, ma mai donna-donna, intesa nella sua totalità di libero corpo in libera mente.
    C’è ancora bisogno di un femminismo d’assalto.

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