«L’ultimo dei Mozart» di Jacques Tournier

Il figlio minore di Wolfgang Amadeus Mozart protagonista di un romanzo

Karl Gottlieb Schweikart, ritratto di Franz Xaver Wolfgang Mozart (particolare). Immagine di pubblico dominio

Il romanzo L’ultimo dei Mozart di Jacques Tournier (Edizioni E/O, 2006) s’incentra sulla figura di Franz Xaver Wolfgang Mozart, l’ultimo dei sei figli che il Maestro ebbe da Constanze Weber, la moglie, e l’unico che giunse all’età adulta, insieme al fratello Carl. Franz Xaver nacque solo cinque mesi prima della morte di suo padre, fu a sua volta un musicista e visse quasi completamente nella sua ombra.

L'ultimo dei Mozart | Copertina

Il protagonista del romanzo è un uomo schiacciato da una figura paterna mitica della quale non conosce nulla, al di là della musicalità inarrivabile. L’immagine di Mozart lo tormenta e gli impedisce di costruirsi una personalità autonoma; in un’occasione pubblica, si arriva a definirlo “l’opera vivente di suo padre”, quasi che egli non sia un essere umano, ma un brano di musica. Franz Xaver non sembra neppure consapevole di quanto le circostanze abbiano giocato a favore della carriera artistica di suo padre, e a sfavore della propria; sembra solo sentirsi in colpa per non essere alla stessa altezza. Wolfgang Amadeus aveva un padre, Leopold Mozart, che era un impresario eccellente e ha sapientemente indirizzato la carriera di suo figlio; il padre di Franz Xaver, invece, è stato solo un assente ingombrantissimo.

Incitato da Josepha, la donna che ama (e che non può avere, poiché è sposata con un altro e ha una figlia), il protagonista del romanzo intraprende una tournée artistica che è soprattutto un viaggio di crescita. Nell’intento di far pace con la figura paterna, cerca di recuperarne la memoria affettiva: per questo incontra in primo luogo il fratello maggiore, Carl. E poi vedrà la zia Aloysia, la cugina Maria Anna Thekla e, naturalmente, Nannerl, la sorella maggiore di suo padre.

Nannerl è il personaggio più interessante del romanzo: balza fuori dalle pagine nella consapevolezza del proprio valore inespresso, nelle acute osservazioni sulla personalità del fratello defunto, nei suoi malumori e nella sua cauta benevolenza. È peraltro una sua battuta a dare il titolo al romanzo: “Sarai l’ultimo dei Mozart”.



Franz Xaver, però, non riesce a stabilire con lei un vero rapporto. La madre, Constanze, lo usa come pedina per ottenere da Nannerl quel che vuole – lettere di Mozart, documenti, anche il posto nella tomba di famiglia; Nannerl lo intuisce e inizia a guardarlo con sospetto. Alla fine l’uomo si allontana da quelle lotte indecenti per accaparrarsi una fetta più grande della memoria di suo padre – poiché Mozart rappresenta già un affare. Ognuno dei personaggi che ha incontrato nel suo viaggio, al di là degli interessi privati, aveva una propria personalissima versione della stessa storia, e nel narrarla ha cercato di difendere, più che la memoria di Mozart, se stesso. Eppure, è proprio questa serie di incontri a consentire al protagonista di placare, finalmente, il proprio conflitto interiore.

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Questo è il sito di Rita Charbonnier, autrice dei romanzi Figlia del cuore (di prossima uscita per Marcos y Marcos), La sorella di Mozart (Corbaccio 2006, Piemme Bestseller 2011), La strana giornata di Alexandre Dumas e Le due vite di Elsa (Piemme 2009 e 2011). Scopri di più...

    6 commenti su “«L’ultimo dei Mozart» di Jacques Tournier

    1. Io il libro l’ho letto e l’ho trovato noiosetto e anche alquanto depressivo. E’ la storia di una sconfitta annunciata:il protagonsta alla fine accetta che non potrà mai raggiungere le vette di suo padre. E’ quello che sapevamo tutti dall’ inizio, anche prima di leggere il libro.Comunque sono d’accordo che il personaggio piu’ accattivante e’ quello di Nannarel.

    2. A proposito di Mozart, ho letto diversi libri che lo hanno posto in un’ottica diversa da quella che ci hanno sempre fatto credere. Leggendo i due libri di Piero Buscaroli : La morte di Mozart e l’imbroglio sul Requiem ho visto un Mozart, GENIO indiscusso ma anche fragile ed a volte anche vile specialmente in alcune sue lettere di richieste di danaro. Adesso mi spiego come il grande Furtwangler non ha mai voluto dirigere il Requiem. Anche leggendo La Musica del Sole del M° Enzo Amato ho potuto constatare che Andrea Luchesi ha dato tanto sia a Mozart che a Beethoven anche se in ombra. Tutto ciò non offusca minimamente la figura di un Grande della Musica ma bisogna rendere anche merito a coloro che hanno vissuto in ombra perchè non hanno avuto un Leopold.
      Mi scuso dello sproloquio e la saluto cordialmente augurandole semper ad majora.
      Se può la prego di andare a vedere su youtube qualche cosa a mio nome.
      Cordialente la saluto
      Silvano Marchese

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