La sorella di Mozart era una musicista pari a suo fratello?

Era brava come lui? Suonava e componeva addirittura “meglio” di Wolfgang Amadeus Mozart?

Dettaglio di un ritratto autentico della sorella di Mozart

Alcuni si arrovellano attorno a queste domande, che a me paiono francamente inutili. Chi vuole rivendicare la memoria della sorella di Mozart dà per scontato che lei fosse un genio addirittura superiore a Wolfgang Amadeus. Non capisco su quali elementi si basi per affermarlo. In ogni caso, tentare di stabilire quale dei due fosse il più talentuoso, mettendoli in competizione l’uno con l’altra, non ha molto senso. Non c’è nessun bisogno di sminuire Mozart per sostenere che una donna di talento, nella loro epoca, non sarebbe mai diventata “un Mozart”. Le cose sono sempre più complesse di quanto non appaiano in un titolo a effetto, o magari in un tweet.

I numerosi biografi di Mozart, più competenti di certi influencer ma non meno tranchant di loro, se e quando nominano sua sorella generalmente affermano che era un’eccellente clavicembalista, ma non sapeva comporre musica originale; non ne era proprio in grado. Io mi domando, d’altra parte, come si possa pretendere di valutare un’attitudine che non ha avuto la possibilità di svilupparsi: come un seme che non trova un terreno, non diverrà mai una pianta.

Elaborazione grafica di un ritratto, in verità piuttosto dubbio, della sorella di Mozart. Si noti la sobria acconciatura

Tra gli studiosi di questi argomenti, solo il professore australiano Martin Jarvis sostiene con decisione che la sorella di Mozart componeva musica fin dall’infanzia (così come il fratello, dunque). Jarvis era già noto per una controversa teoria secondo la quale la moglie di Johann Sebastian Bach avrebbe composto, in luogo del marito, nientemeno che le Suites per violoncello.

Egli ritiene di aver identificato “l’impronta digitale musicale” della sorella di Mozart nel Nannerl-Notenbuch, il libro di esercizi utilizzato sia da lei che da Wolfgang, quand’erano bambini, per imparare la musica. Alcuni di quei semplici brani musicali sarebbero stati composti da Nannerl in persona. La teoria è stata seccamente smentita dal Mozarteum, sulla base di riscontri oggettivi.

La sorella di Mozart: le (poche) prove del suo talento

Sulle attitudini musicali di Nannerl Mozart abbiamo poche certezze, ma sono significative. Sappiamo che era considerata, dai suoi contemporanei, una virtuosa nell’arte di suonare il clavicembalo; da bambina, si esibiva in coppia con il fratello nelle tournée internazionali organizzate da Leopold Mozart, il padre, e nei primi anni, negli annunci dei concerti e negli articoli dei giornali, era lei ad essere nominata — e lodata — per prima. Come ad esempio qui:

Immaginate una fanciulla di undici anni che interpreti al cembalo i concerti più difficili dei più grandi Maestri, con la massima chiarezza, con indicibile abilità e un grande gusto. Ciò destò in molti grande meraviglia.
(Augsburger Intelligenz-Zettel, 19 maggio 1763)

A fornirci ulteriori riscontri, abbiamo la ricca corrispondenza della famiglia Mozart, che ci è stata tramandata. In una lettera all’amico Lorenz Hagenauer, scritta il 21 giugno 1763 da Monaco, Leopold Mozart riferì che il principe elettore di Baviera Massimiliano III Giuseppe si era molto rammaricato per non aver potuto ascoltare Nannerl in concerto:

Il principe ha detto due volte che gli era dispiaciuto di non aver ascoltato la fanciulla: poiché, quando eravamo a Nymphenburg, il tempo per suonare era stato troppo breve. In effetti la maggior parte dello spazio è stata presa da Wolfgang, che ha suonato da solo.



Alcuni mesi dopo, a Parigi (il 1 dicembre 1763), ecco quel che riportò il barone Friedrich Melchior von Grimm nella “Correspondance littéraire, philosophique et critique” — un periodico che informava gli aristocratici degli eventi culturali nella capitale:

I veri prodigi sono rari, perciò è opportuno parlarne, quando si ha l’occasione di vederne uno. Un maestro di cappella di Salisburgo, di nome Mozart, è appena giunto qui con i suoi due graziosissimi bambini. La figlia, di undici anni, suona stupendamente il clavicembalo ed esegue i brani più lunghi e difficili con una precisione impressionante.

In una lettera del 1 febbraio 1764 inviata alla signora Hagenauer, la moglie dell’amico di famiglia di cui sopra, Leopold Mozart scrisse:

Mia figlia suona i pezzi più difficili di Schobert, Eckard e altri autori, e interpreta le composizioni di Eckard, che sono le più delicate, con una precisione incredibile. Per questo, l’infame Schobert non è riuscito a nascondere la sua invidia e si è coperto di ridicolo davanti al signor Eckard, che è un onest’uomo, e anche davanti ad altre persone.

Leopold Mozart suona con i suoi figli. Ritratto di Louis Carrogis, detto Carmontelle

Per inciso: Johann Gottfried Eckard (1735-1809) e Johann Schobert (1740?–1767), compositori tedeschi, erano due beniamini dei salotti parigini. Si ignora la ragione per la quale Leopold Mozart considerasse Schobert addirittura “un infame”.

Sono numerose le lettere nelle quali il padre di Wolfgang e Nannerl Mozart si vanta del virtuosismo di sua figlia alla tastiera e dei calorosi apprezzamenti che lei ottiene da parte dalle persone importanti. Ma le certezze più rilevanti sul talento della giovane musicista provengono dalla corrispondenza giovanile dello stesso Wolfgang Amadeus Mozart.

In una lettera da Bologna del 24 marzo 1770, il musicista adolescente apostrofa sua sorella: “Oh, mia lavoratrice!” — perché lei gli aveva inviato la copia “rubata” di alcuni minuetti di Michael Haydn, che aveva cioè trascritto a memoria dopo averli ascoltati in un concerto al quale aveva assistito. Due mesi dopo, da Napoli, il 19 maggio, Wolfgang le scrive ancora:

Il dodicesimo minuetto di Haydn che mi hai mandato mi piace moltissimo; il basso continuo poi l’hai composto in modo impareggiabile, senza il minimo errore. Ti prego, cerca di fare più spesso queste cose.

Probabilmente incoraggiata da lodi così affettuose, Nannerl si cimentò nella composizione di un brano vocale, un Lied, e lo spedì al fratello per averne un parere. Da Roma, il 7 luglio 1770, lui le rispose:

Cara sorella mia! Sono rimasto stupefatto nello scoprire che sai comporre in modo così grazioso. In una parola, il tuo Lied è bello. Cerca di comporre più spesso.

Purtroppo non sappiamo che fine abbia fatto quel Lied, né sappiamo se Nannerl abbia dato retta a suo fratello e abbia composto dell’altro; ma possiamo ritenere ragionevolmente di no, poiché scrivere musica che nessuno suonerà mai farebbe perdere la motivazione, lo slancio e il desiderio di cimentarsi, a chiunque.

Inoltre, non è molto plausibile che lei fosse stata istruita all’arte della composizione: fornirle cognizioni in una materia che non avrebbe mai potuto far parte della sua vita sarebbe stata, dal punto di vista di suo padre e di qualunque genitore dell’epoca, una perdita di tempo. Molto più sensato, una volta cresciuta e quindi non più ‘spendibile’ come bambina prodigio, fare di quella brava ragazza un’insegnante di musica, in modo che il denaro da lei guadagnato andasse a rimpolpare le casse dell’impresa familiare e finanziare i viaggi di studio e promozione artistica del figlio maschio.

In conclusione, solo una cosa mi pare certa: che il talento musicale di Nannerl Mozart, di qualunque portata fosse — sia che lei che fosse brava come lui, sia che lo fosse molto meno — per via delle circostanze, gradualmente si inaridì e andò sprecato.

About

Questo è il sito di Rita Charbonnier, autrice dei romanzi Figlia del cuore (di prossima uscita per Marcos y Marcos), La sorella di Mozart (Corbaccio 2006, Piemme Bestseller 2011), La strana giornata di Alexandre Dumas e Le due vite di Elsa (Piemme 2009 e 2011). Scopri di più...

6 commenti su “La sorella di Mozart era una musicista pari a suo fratello?

  1. Ciao Rita,

    su questo tema, credo non ci sia da stupirsi, considerato che di recente ho appreso la notizia circa affermazioni (non so fino a che punto dimostrabili, tuttavia) che Johan Sebastina Bach fosse, in realtà, una donna !

  2. Questa che Bach potesse essere una donna… giuro, non l’avevo mai sentita. Grazie del contributo 🙂

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