Uno dei musical di maggior successo di tutti i tempi. La versione cinematografica però non è piaciuta a molti

The Phantom of the Opera, il fantasma dell’opera, è notoriamente uno dei grandi musical anglo-americani di maggior successo di tutti i tempi (questo il sito ufficiale). Ne ho parlato alla radio. Sono stata ospite di una puntata del programma Ridotto dell’Opera di Giorgio Appolonia, in onda sulla Radio Svizzera di Lingua Italiana, per raccontare la nascita di questo spettacolo e invitare all’ascolto di alcuni brani.
Si può ascoltare la puntata in questione, diversi brani del musical e qualche curiosità, tramite il player.
Il fantasma dell’opera
The Phantom of the Opera, composto dal grande Andrew Lloyd Webber, è in scena da decenni sia a Londra che a Broadway, New York, e in entrambi i casi è stato rappresentato decine di migliaia di volte. A Broadway è il musical che ha avuto il maggior numero di repliche da quando il musical di Broadway esiste (ed esiste da parecchio). Lo spettacolo è stato rappresentato in oltre 100 città d’America, in oltre 30 Paesi del mondo, di fronte a oltre 100 milioni di spettatori.
Le cose sono andate un po’ diversamente per il film che ne è stato tratto. La versione cinematografica, uscita nel 2004, diretta da Joel Schumacher e prodotta dallo stesso Lloyd Webber, non ha incontrato il favore del pubblico. Il film è costato 70 milioni di dollari e ne ha incassati 50 (Evita con Madonna e Antonio Banderas e la regia di Alan Parker è costato 55 milioni di dollari e ha incassato quasi il quadruplo).
La critica inglese l’ha stroncato, quella americana l’ha prudentemente difeso. Anche quella italiana non è stata troppo tenera: ecco cosa scriveva Luca Baroncini su spietati.it.
L’ennesima rivisitazione del romanzo di Gaston Leroux diventa uno sconsolante baraccone. Terribile l’impatto delle scenografie, in cui la grandeur cede il passo alla cartapesta e a effettacci digitali. La prima visita di Christine all’antro del fantasma ha l’effetto di un giro nel tunnel degli orrori in un Luna Park di periferia. Così come le sequenze al cimitero paiono girate sul set di uno zeta movie qualsiasi. Solo un elemento abbonda, domina costantemente la scena, ispira con convinzione le scelte espressive: il cattivo gusto.
Di seguito, un estratto dal film incriminato.
il video nn funziona più!!!
Hai ragione, mannaggia… dice che violava il copyright! Appena ho un attimo ne cerco uno che possa sostituirlo.
Video ripristinato!