Un monumento nella capitale francese ricorda le ascendenze familiari dell’autore de I tre moschettieri e Il conte di Montecristo
Un articolo più ampio sulle ascendenze familiari di Alexandre Dumas si trova su questa pagina. Ricordo ai colleghi giornalisti che le informazioni di questo blog sono rilasciate secondo questa licenza ed è richiesta la citazione della fonte con un link.

L’eroico cavaliere qui ritratto era (e ne vien fuori un gioco di parole) il padre di Dumas padre (l’autore de I tre moschettieri, quindi: il grande romanziere). Si chiamava Thomas Alexandre e fu un valoroso soldato, repubblicano convinto, che combatté durante la Rivoluzione Francese.
La sua carriera nell’esercito fu folgorante e lo portò a diventare generale, da soldato semplice, in soli 7 anni. Era figlio di una schiava nera di Saint-Domingue — l’odierna Haiti, allora colonia francese — e di un colono appartenente alla piccola nobiltà normanna. Lui stesso, da bambino, era stato venduto come schiavo, per essere poi riscattato dal padre.
A Parigi, il 4 aprile 2009, è stato inaugurato un monumento al generale Dumas, situato nella Place du Général Catroux. L’opera è alta più di 5 metri e raffigura delle catene spezzate; è stata disegnata da Driss sans Arcidet e sarà il più grande monumento in Europa dedicato all’abolizione dello schiavismo. All’inaugurazione era presente il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë; tra gli invitati, il presidente della Repubblica di Haiti, René Préval, e Barack Obama. La manifestazione è patrocinata dall’UNESCO, nell’ambito del programma “La route de l’esclave” (la strada della schiavitù), che intende rompere il silenzio sulla vergogna storica dello schiavismo e contribuire a una cultura della pace e del pluralismo.
Razzismo, ieri come oggi
La rapida carriera del generale Dumas fu bruscamente interrotta dalle leggi razziste volute da Napoleone nel 1802, quando nelle colonie francesi fu ripristinato lo schiavismo (che la Rivoluzione, nel nome dell’uguaglianza, aveva abolito). Il generale morì malato, disoccupato e povero; suo figlio, il futuro autore del Conte di Montecristo, aveva solo 3 anni e mezzo. Quando divenne famoso, il romanziere reclamò a gran voce l’innalzamento di un monumento a suo padre in una piazza di Parigi; e voleva che una copia della statua fosse donata alla giovane repubblica di Haiti, in onore alle persone di colore di tutta la terra.
Alexandre Dumas dovette affrontare diverse manifestazioni di razzismo contro la sua stessa persona. Alcuni detrattori affermavano che la sua scrittura era priva di qualità perché lui, sotto sotto, “era rimasto un selvaggio”. Ma lui non si lasciava spaventare dalle stupidaggini né dagli insulti. Pare che a un tale che gli rinfacciava le sue origini abbia risposto così:
Lei ha ragione, signore. Mio padre era un mulatto, sua madre era una negra, e sua madre era una scimmia. Dunque, come vede, il mio pedigree inizia esattamente dove finisce il suo.