Ecco l’intervista a Fahrenheit su «La strana giornata di Alexandre Dumas»

La puntata si può riascoltare da questa pagina del sito

L’efficientissima redazione di Fahrenheit — Radio 3 RAI — ha messo online a tempo di record l’intervista che mi ha fatto Felice Cimatti a proposito del mio romanzo La strana giornata di Alexandre Dumas. La trovate sulla pagina del programma di Radio 3, scaricandola sul vostro computer; oppure potete ascoltarla comodamente dal player qui sotto.

Nel corso del programma sono arrivati diversi messaggi di ascoltatori, ai quali non è stato possibile dare riscontro per ragioni di tempo. Rosa Polacco mi ha gentilmente inoltrato un paio di email che pongono questioni interessanti: nel ringraziare chi le ha inviate, ho pensato di rispondere qui.

Siamo figli di chi ci genera o di chi ci alleva?

Questo è l’interrogativo alla base de La strana giornata di Alexandre Dumas. Felice Cimatti mi ha chiesto che cosa ne penso, e ho risposto che siamo figli di chi ci alleva – nel senso che i caratteri ereditari non hanno un’importanza esclusiva, né decisiva, nella formazione della personalità. Ecco il commento di Norma.

La scrittrice ha detto che secondo Lei si è figli di chi ci ha allevato. Questo vale anche per i figli sottratti dalla dittatura argentina? I figli dei desaparecidos, dopo 30 anni cercano ancora la loro vera identità. Sbagliano?
Grazie. Norma

Certo che non sbagliano. Posso solo tentare di immaginare cosa significhi scoprire all’improvviso non solo di non essere figli di chi ci ha allevati, ma che i genitori adottivi sono stati quanto meno conniventi nella “sparizione” di quelli naturali. Ognuno di noi, in queste condizioni, vorrebbe a ogni costo scoprire la verità. Anche la protagonista del mio romanzo, che pure non vive una situazione così drammatica, smuove mari e monti per scoprirla.

La misteriosa età di una donna…

Questa ascoltatrice, invece, ha dato un’occhiata alla mia biografia e ha notato che ci sono molte informazioni, però manca l’anno di nascita…

Ma perchè queste grandi donne non hanno mai il coraggio di dire la loro età. Scrive di essere nata, e lo sappiamo, ma non quando – è un limite del femminile!!!
Kika

Non so se sia un limite esclusivo del femminile; conosco uomini che nascondono la propria età, così come conosco donne che dichiarano qualche anno di meno. Io comunque sembro una decina d’anni più giovane (questo forse è un fatto puramente genetico, vale per tutti i miei famigliari) quindi non ti dirò mai, mai, mai, scordatelo, che ho 43 anni.

About

Questo è il sito di Rita Charbonnier, autrice dei romanzi Figlia del cuore (di prossima uscita per Marcos y Marcos), La sorella di Mozart (Corbaccio 2006, Piemme Bestseller 2011), La strana giornata di Alexandre Dumas e Le due vite di Elsa (Piemme 2009 e 2011). Scopri di più...

    4 commenti su “Ecco l’intervista a Fahrenheit su «La strana giornata di Alexandre Dumas»

    1. Bello l’accenno ai figli dei desaparecidos. Nel romanzo c’è il tema ricorrente del rapporto tra innato ed acquisito nella personalità di ciascuno di noi, del quale l’autrice parla anche in alcune interviste. E’ chiaro che lei è dalla parte dell’acquisito. Io personalmente sono meno schierato, più agnostico, direi. Quale materialista, credo che anche la personalità sia un’espressione del nostro corpo, delle connessioni dei nostri neuroni, dell’elettrochimica del nostro cervello: e il nostro corpo è prevalentemente plasmato dalla genetica. Un punto di partenza per una ricerca sul campo potrebbe essere, ad averne voglia, qui.

    2. A più riprese compare inoltre, nel romanzo, il tema del rapporto tra la realtà e la nostra percezione. Sembra che Maria Stella (la protagonista) sposi certe tesi filosofiche estreme, le quali teorizzano che una realtà oggettiva e indipendente dalla nostra percezione non esiste. Si potrebbe poi ipotizzare che anche l’autrice simpatizzi per codesti folli estremismi. Quale ammiratore del metodo scientifico galileiano, io non posso che dissentire. La ripetibilità in tempi e luoghi diversi, e con diversi sperimentatori, dei risultati di un esperimento è il principio fondamentale di tale metodo scientifico, e poggia sulla fiducia nell’esistenza di una realtà indipendente dalla nostra osservazione. Ma è anche vero che la fisica delle particelle elementari viene a mettersi di traverso con stranezze quali il principio di indeterminazione, le funzioni d’onda probabilistiche, il paradosso onda/corpuscolo, … In ogni caso, nel romanzo, l’immagine (a pag. 331) circa le camere ottiche ciascuna delle quali coglie aspetti diversi (di una stessa realtà soggiacente?) e che non possono occupare lo stesso punto di vista è molto efficace: complimenti!

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