Il nucleare è di destra?

Che cos’è la destra, che cos’è la sinistra… e l’energia nucleare da che parte sta?

Articolo di Leonardo Presciuttini

Centrale nucleare
Foto di Rodrigo Gomez Sanz @ Flickr Creative Commons

Lunedì scorso, 15 novembre 2010, ho visto in televisione il programma Vieni via con me, insieme, a quanto pare, a trenta milioni di italiani. Vi ho trovato diversi spunti di riflessione, ma qui vorrei parlare del dualismo destra-sinistra illustrato dagli “elenchi” dei valori “di destra” e “di sinistra”, che hanno fatto Gianfranco Fini e Pier Luigi Bersani.

Ci è stato ripetuto fino alla noia che nel nostro tempo le distinzioni destra/ sinistra hanno perso di significato, e mi sembra che nel corso del programma sia stata ristabilita la verità: questo dualismo c’è sempre stato, e sempre ci sarà.

Semplificando al massimo, credo che qualche scintilla di verità si trovi nel paradigma destra=(Dio, Patria, Famiglia); sinistra=(Liberté, Egalité, Fraternité). E in effetti Fini ha parlato molto di Patria, anche se ovviamente in modo rivisto e aggiornato rispetto alla triste storia di sessant’anni fa. Ha poi evocato i concetti di solidarietà, di legalità, di autorità, di uguaglianza del punto di partenza, di meritocrazia. E fin qui ci sta tutto, anche con qualche incursione nel campo della sinistra. Non gli perdono però di aver voluto citare l’intervento militare in Afghanistan, lodando la generosità dei nostri militari che ci difendono dal terrorismo: ma chi ci crede? Comunque questa è un’altra storia.

Bersani, a sua volta, è partito dalla fratellanza: “vivremmo in un mondo migliore se avessimo occhi per i più deboli”. Ha poi virato sull’uguaglianza (troppi che hanno troppo poco e pochi che hanno troppo), senza limitarla, come Fini, alle condizioni di partenza. E quindi, dopo tutto, il paradigma regge. Il resto del discorso mi è sembrato un po’ meno strutturato. Ha parlato della nostra Costituzione, del mercato e dei suoi correttivi, delle tasse da pagare, della sanità e della scuola pubbliche. Ha anche parlato della laicità e dei temi etici riguardanti la vita e la morte, cioè in effetti ha anche parlato di libertà.

Mi riconosco, e da sempre, nella sinistra, e approvo quasi tutti gli slogan di Bersani, anche se non disapprovo la maggioranza degli slogan di Fini. E allora, qual è il mio problema?

Bersani ha inserito nell’elenco delle cose di sinistra il rispetto per l’ambiente e l’impegno nel lasciare il pianeta meglio di come l’abbiamo trovato. E fin qui sottoscrivo, anche se non mi è chiaro perché questo impegno debba essere più di sinistra che di destra, ma me ne faccio una ragione: dopotutto il movimento ecologista è stato sempre classificato a sinistra. E poi la sua antitesi, e cioè l’ideologia (che, guarda caso, è anche l’ideologia della bibbia e del cristianesimo) secondo la quale l’uomo è il padrone del creato, consegnatogli da Dio in persona, e ne fa quello che vuole, seppur all’interno dei limiti imposti dalla legge divina, è in effetti un’ideologia di destra.

Transeat. Ma poi, eccolo lì: “l’energia va risparmiata e rigenerata, sgombrando la testa da fantapiani nucleari”. Sic.

Che l’energia vada risparmiata e rigenerata (si parla forse delle energie rinnovabili?) è un’affermazione di buon senso: non è, questa sì, né di destra né di sinistra. Forse è di destra ritenere che l’energia vada risparmiata per quanto le leggi del libero mercato lo impongono, mentre è di sinistra pensare che il risparmio vada incentivato (dallo stato) al di là del puro ritorno economico immediato. E quindi, ancora una volta, mi troverei a mio agio nel campo della sinistra, anche se di una sinistra un po’ utopica. Ma perché quell’affondo sui “fantapiani” nucleari?

Il nucleare è di destra?

Forse la maggioranza delle persone risponderebbe di sì, e per due motivi di base. Uno è connesso con il peccato originale del nucleare: la bomba atomica. L’altro è connesso con la teoria secondo cui realtà grandi e complesse come le centrali nucleari possono essere gestite solo in presenza di un’autorità statale forte fino alla prevaricazione dei singoli. Ecco quindi che si presentano gli ammiratori del “piccolo è bello”, del modulare, dell’autoprodotto. E allora io sarei di destra: le grandi imprese dell’umanità mi affascinano, a partire dalle piramidi, fino alla conquista della luna e oltre.

Ma su un piano più razionale bisognerebbe considerare che il nucleare, fino a quando non si potrà dimostrare che possiamo accontentarci di sole fonti rinnovabili, è l’unica risposta possibile alla necessità di ridurre la nostra produzione di gas serra. Qui si verifica un fatto curioso. La necessità di ridurre il riscaldamento globale è normalmente invocata da sinistra, mentre a destra si tende a negare l’origine antropica del problema, talvolta con il vergognoso sostegno di prezzolati delle compagnie petrolifere. E nonostante ciò, il nucleare, che offre una soluzione radicale, “non è di sinistra”.

Ma la razionalità non presiede purtroppo alla base delle azioni dei singoli, figuriamoci se può guidare la storia. Vi ricordate di Michel Rocard, del partito socialista francese, l’erede mancato di Mitterrand? Disse, forse trenta anni fa, una frase memorabile: « nous remercions la gauche italienne, qui, de par son attitude vis-à-vis du nucléaire, nous permet d’augmenter nos exportations d’éléctricité ». Ovvero:

Siamo grati alla sinistra italiana che, grazie alla sua ostilità al nucleare, ci permette di aumentare le nostre esportazioni di elettricità.

Articolo di Leonardo Presciuttini, ingegnere nucleare.

About

Questo è il sito di Rita Charbonnier, autrice dei romanzi Figlia del cuore (di prossima uscita per Marcos y Marcos), La sorella di Mozart (Corbaccio 2006, Piemme Bestseller 2011), La strana giornata di Alexandre Dumas e Le due vite di Elsa (Piemme 2009 e 2011). Scopri di più...

    4 commenti su “Il nucleare è di destra?

    1. Cara Rita, concordo con il fatto che il programma Vieni via con me dia ricchi spunti di riflessione, contrariamente alla maggior parte della tv trasmessa. Quanto agli schieramenti politici la mia impressione è che ormai da tempo non siano più strettamente legati a precise ideologie ma tirino fuori concetti trascinanti che portino loro nuovi iscritti. punto e basta.
      Come non approvare il discorso coerente e patriottico di Fini (forse l’Afganistan c’entrava per quest’ultimo aspetto), ma d’altra parte il lungo elenco di Bersani non mostrava pecche, anzi, ma nei suoi concetti si poteva riconoscere qualsiasi filantropo o laico socialmente impegnato!
      Detto questo: cosa c’era di ideologia politica? ben poco…

    2. Caro carlApe, io invece trovo che sia un bene che non ci sia troppa ideologia nei politici dei nostri giorni. Infatti credo che le ideologie abbiano una parte di responsabilità per le guerre del secolo scorso. E che dire, oggi, dell’integralismo religioso e in particolar modo islamico: non è anche quella un’ideologia? E’ vero però che dosi modeste di (buona) ideologia non guastano, e i due Nostri ne hanno fatto sfoggio.
      Quanto al fatto che i politici dicano spesso piuttosto ciò che procaccia voti e non ciò in cui credono, questo è verissimo. Ma non dobbiamo lamentarcene: questa è la democrazia.
      Ciao

    3. Caro Leonardo, caro vecchio amico, mi fa piacere vedere che il tuo cervello funziona ancora a meraviglia. Davvero pochissime le cose “che scrivi AND che non condivido”.
      Anche per me il nucleare non può essere bandito tout-court. Condivido quello che dici sulla sua utilità e/o (scegli tu) necessità. Il problema “politico” (o di “schieramento” destra-sinistra) non è un problema di SI-o-NO (secondo me) ma un problema di MISURA. E per misura intendo la quantità di investimenti che è opportuno fare sul nucleare in rapporto a quelli che è opportuno fare sulle fonti rinnovabili.
      Questo per sbozzare una soluzione “con l’accetta”, trascurando – in prima approssimazione – su quali fonti rinnovabili investire(fotovoltaico? eolico? idrogeno? geotermico?, fusione nucleare? fusione fredda (he-he)? …) e in che misura.
      Troppe variabili per creare un modello “matematico” in fortran, come ti piaceva un tempo. … andiamo a naso! … a “buon senso” intendo.
      Quindi: schierato a sinistra (io), ma senza pregiudizi in merito agli investimenti sul nucleare.
      Ben risentito!
      Franco Padelletti

    4. Ben detto!
      come si fa a convincere Bersani (per non dire di Vendola) a non farsi condizionare da ideologismi?
      E di ragionare con il cervello (e non con la pancia, né con i sondaggi d’opinione)?
      Mi sa che non abbiamo speranza.
      (Naturalmente ciò vale in ugual misura anche per la destra).
      Forse la prossima puntata di Vieni via con me ci darà spunto per altre operazioni di igiene mentale.
      Intanto un abbraccio
      leonardo

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