Nessuno si aspetta l’inquisizione spagnola

La proposta di eliminare dalle biblioteche i libri scritti dagli autori favorevoli alla liberazione di Cesare Battisti

Nota: questo articolo risale al 2011.

«Nessuno si aspetta l’inquisizione spagnola»: così prendeva l’avvio un memorabile sketch dei Monty Python; e così ripeteva più volte anche il protagonista maschile di Sliding Doors. Nessuno se l’aspetta, e quando l’Inquisizione arriva si resta attoniti, si soccombe, o magari si oppone resistenza.

È quello che è accaduto negli ultimi due giorni a seguito di una stupefacente iniziativa sostenuta dall’Assessore alla Cultura della Provincia di Venezia, Raffaele Speranzon: quella di eliminare dalle biblioteche del territorio tutti i libri scritti dagli intellettuali e romanzieri che, nel 2004, firmarono un appello per la liberazione di Cesare Battisti.

A proposito della vicenda Battisti, e in particolare dell’atteggiamento sprezzante che alcuni personaggi stranieri di spicco hanno assunto nei confronti della giustizia italiana e dell’Italia tout-court, ho trovato molto bello l’articolo di Barbara Spinelli su Repubblica di alcuni giorni fa. Poi c’è stato il caso clamoroso di Antonio Tabucchi, il cui scritto dal titolo “Cesare Battisti, un coupable” è stato pubblicato su Le Monde il 15 gennaio e, in italiano e in versione integrale, su Il Fatto Quotidiano il giorno successivo.

Personalmente non ho firmato l’appello del 2004 a favore del condannato (al tempo non ero neppure una scrittrice) ma non l’avrei firmato comunque e non lo firmerei neanche adesso (chi volesse eventualmente conoscere le ragioni dell’appello può leggere questo documento). Sposo la posizione di Carlo Lucarelli così come riportata sul blog dei Wu Ming, che per primo ha denunciato l’iniziativa di Raffaele Speranzon: qualunque opinione si abbia in merito, questa “lista di proscrizione” è pura “censura del dissenso” nonché una “squallida operazione”.

Confesso di aver provato un certo dispetto nei confronti degli intellettuali stranieri di cui sopra. Ma non perché hanno difeso Battisti: perché hanno attaccato il mio Paese. Perché hanno voluto ignorare (cito da Spinelli) “come funziona la giustizia in Italia, la sua indipendenza ben più solida che in Francia, la lotta che i magistrati conducono contro la mafia, la corruzione, la politica ridotta a lucro privato.” Lotta sempre più difficile.

Ai romanzieri si chiede spesso di fare gli opinionisti, ed essi spesso acconsentono. Mi sembra quindi che per il lettore sia perfettamente lecito snobbare un romanzo scritto da qualcuno che abbia espresso un’opinione disturbante (per lui). Ma per il lettore, dico. Il quale risponde delle proprie scelte, e delle proprie antipatie, a se stesso; il quale è libero, se crede, individualmente, di lasciarsi trasportare dalle emozioni e quindi sovrapporre a un libro l’immagine che ha del suo autore. È invece evidentemente gravissimo che chi sovrintende alle istituzioni culturali in una provincia si permetta di gettare in un calderone un mucchio di scrittori diversissimi tra loro (qui una lista parziale: anche Loredana Lipperini, che ho intervistato, e Tiziano Scarpa, che è intervenuto a commentare un mio articolo) ingiungendo alle biblioteche di ritenerli “persone sgradite” e rimuovere i loro libri dagli scaffali. Con, in più, un minaccioso invito all’obbedienza per il personale: il bibliotecario che non lo farà, “se ne assumerà la responsabilità”.

La “resistenza” è partita dalla rete. Centinaia di post sono stati pubblicati su altrettanti blog; se n’è discusso sui media sociali. Ieri pomeriggio se n’è parlato a Fahrenheit (qui il comunicato stampa della trasmissione) e oggi la stampa nazionale ha preso a interessarsene: vedi gli articoli di Repubblica e L’Unità riportati su Lipperatura (che ha seguito la vicenda di ora in ora). Vedi anche Il Fatto Quotidiano di ieri.

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Questo è il sito di Rita Charbonnier, autrice dei romanzi Figlia del cuore (di prossima uscita per Marcos y Marcos), La sorella di Mozart (Corbaccio 2006, Piemme Bestseller 2011), La strana giornata di Alexandre Dumas e Le due vite di Elsa (Piemme 2009 e 2011). Scopri di più...

    6 commenti su “Nessuno si aspetta l’inquisizione spagnola

    1. al tg3 l’hanno messa che nelle biblioteche del veneto hanno fatto sparire i libri di saviano. ‘tacci sua, pure le liste di proscrizione della leganord: tutte le fortune je capiténo…

      ps: lei è troppo buona.

    2. Nei suoi confronti, Larry? No davvero! I suoi commenti sono spesso la cosa più interessante da leggere nel blog che sa…
      Quindi non hanno parlato affatto del #rogodilibri? Mah.

    3. Mi correggo: l’unica cosa interessante da leggere. Stasera vado forte con errori e correzioni.

    4. @farovale, credo che il rogo si sia estinto da sé. Sì, questo post ha avuto un’improvvisa popolarità tardiva… a causa della trasmissione in tv di Sliding Doors 🙂

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