Mi si dice che su questo blog non c’è nulla di personale: rimedio con uno stucchevole ricordo d’infanzia

Amarcord. La bambina nella foto sono io. Non il grazioso angioletto sulla destra, ma la personcina parlante nel microfono con le braccia conserte, le scarpe ortopediche (che probabilmente mi hanno rovinato piedi, schiena e denti), il grembiule della scuola elementare con tanto di fiocco e un paio di pantaloni di velluto verde a coste, disperatamente anni ’70 (com’era bella, però, quella moda).
Si avvicinava il Natale e presso la Basilica dei Santi Pietro e Paolo di Roma Eur fu organizzato una specie di spettacolino nel corso del quale lessi un mio piccolo scritto, naturalmente fanciullesco e ingenuo, che trovate più in basso. Forse uno psicoanalista potrebbe trovare interessante la visione della Natività, che vi è espressa, come salvataggio da una coppia di genitori disinteressati e distratti; per non parlare di quei “fantasmi”. E poi chissà perché mi misi nei panni di un bambino anziché di una bambina; probabilmente immaginavo che in quel modo la mia voce sarebbe stata più “universale”…
Nella consapevolezza che tra il piccolo scritto che segue e L’infinito vi è qualche differenza, lo pubblico senza censure.
Natale: è sera, son solo
“Mamma, è già sera!
Or, non partire,
ho tanta paura
dei fantasmi, è tardi…”
“Oh, mio bambino,
ci manca il pane!
Sei birichino!
Come faremo domani
a mangiare?”
La mamma è già uscita.
Il babbo è al lavoro.
Quel bimbo, il bambino
tanto piccino
non più guarda l’ore,
ma prega il Signore.
“Mio Dio, sono solo!
Il babbo è al lavoro,
la mamma è al mercato,
e qui mi ha lasciato.
Io sento che avviene
qualcosa: che viene
in terra il Signore,
me l’hai detto tu…
si chiama Gesù.
Io qui sono solo,
ma un Bambinello
ch’è tanto bello
mi vuole allietar.
Gesù Bambino,
stammi vicino,
perché da solo
non posso star.
Sento un richiamo,
una musica dolce…”
“Osanna, Osanna!”
“E’ nato, è nato!”
Il babbo è al lavoro,
la mamma è al mercato,
ma tu, Bambinello,
tu non mi hai lasciato.
Lì c’è una capanna,
è proprio vicino,
e dentro la greppia
c’è Gesù Bambino.
Ti adorano tutti,
il ricco e il pastore,
e cantano: “Osanna!
E’ nato il Signore!
Ci porta e ci dona
la Pace e l’Amore”.
L’accostamento è geniale e ancor più lo è l’affermazione”tra il piccolo scritto che segue e L’infinito vi è qualche differenza”. Buone feste a te
Grazie e altrettanto! 🙂