Esistono luoghi particolarmente adatti a far emergere l’ispirazione?

Le blogger di Isn’t it romantic? mi hanno chiesto di raccontare una mia esperienza di scrittura in un luogo che mi abbia ispirata in modo particolare.
Mi torna in mente un aneddoto che mi hanno raccontato su Marcel Proust. Non posso garantire che non si tratti di una leggenda metropolitana. Proust, che viveva a Parigi, scriveva sempre di notte; il giorno dormiva. Ma d’un tratto nella casa accanto alla sua iniziarono dei lavori di ristrutturazione. Proust non riusciva più a dormire, perché di giorno i rumori lo tenevano sveglio, e di conseguenza non riusciva più a scrivere, perché la notte era esausto.

Disperato, andò dal proprietario della casa supplicandolo di desistere dalla ristrutturazione, e offrendogli anche del denaro. Il proprietario non ne volle sapere e il grande scrittore fu costretto a cercarsi un’altra abitazione.
Se devo pensare a un luogo che favorisca particolarmente la scrittura, la prima immagine che ho in mente non è quella di un appartamento in città, ma quella di una casa in campagna; un luogo che abbia attorno del verde. Al termine del mio romanzo Le due vite di Elsa c’è una serie di ringraziamenti; il primo è per mio fratello Leonardo e per sua moglie, che mi hanno ospitata per un’estate nella loro casa di campagna in Toscana. Lì ho elaborato la prima stesura del libro.
Avevo scritto i due romanzi precedenti a casa mia, a Roma (in due diverse case, per la verità) e devo dire che questo “buen retiro” mi ha fatto comprendere come l’isolamento e la pace favoriscano davvero la scrittura, l’emergere di idee, suggestioni e sentimenti.
Facevo una vita meravigliosa. La mattina consumavo la colazione con calma, poi mi buttavo sul divano, ancora in pigiama, a leggere. Leggevo libri in qualche modo apparentabili a quello che stavo scrivendo, per il genere e per i temi trattati; leggevo anche testi di documentazione, prendevo appunti. Poi pranzavo, e al pomeriggio afferravo il portatile e scrivevo nel giardino, o in camera da letto, fino a sera.
Ho ritrovato un messaggio che inviai a un’amica, nel quale descrissi in breve, e con una certa quantità di anacoluti, l’esperienza che stavo vivendo.
Non faccio che leggere e scrivere e lavare i piatti, una pace invidiabile, un esclusivo farmi i cavoli miei che manco gli scrittori (maschi) dell’800 i quali si piazzavano in campagna serviti e riveriti e ti credo che producevano meraviglie.
I luoghi che ispirano la scrittura sono spesso teatro di curiose coincidenze. O forse siamo noi a dare un significato particolare agli eventi, quando ci troviamo in uno stato creativo; a me è capitato. La casa di campagna in questione si trova nella provincia di Pisa, in un paesino di nome Crespina; il luogo è noto agli esperti delle arti figurative perché negli ultimi anni della sua vita vi dimorò il pittore Silvestro Lega (del movimento dei Macchiaioli). Fu ospite della famiglia Tommasi, che abitava nella casa adiacente a quella dei miei parenti.
Silvestro Lega era originario di Modigliana (Forlì), piccolo e grazioso paese che conoscevo molto bene, e che vanta tre cittadini illustri:
- Silvestro Lega, appunto;
- Don Giovanni Verità, un prete noto per aver salvato la vita a Giuseppe Garibaldi in fuga da Roma nel 1849;
- Maria Stella Chiappini-Orléans, la protagonista del mio romanzo La strana giornata di Alexandre Dumas.
Quando arrivai a Crespina, non sapevo di certo che il pittore modiglianese avesse soggiornato a pochi metri dal luogo nel quale avrei soggiornato io. Lo scoprii per caso un giorno grazie a una lapide, che fotografai col cellulare. Ma quel cellulare è andato perso, e con lui la foto.
Resta il caldo ricordo di un periodo che non può più tornare. Se ogni luogo ha un valore simbolico, è inevitabile che l’evolversi dei rapporti e il mutare delle circostanze inducano a cercare nuovi simboli e nuovi valori. Non potrò scrivere altri libri in quelle campagne; diversi luoghi premono per essere occupati. Ma lo specifico significato di quella estate di scrittura è immutabile, custodito in una zona affettuosa, sempre pronta a tornare disponibile.
Non scriverò il mio prossimo romanzo in campagna: lo farò nella mia nuova casa. Una casa nella quale ho già vissuto, ma che si appresta a essere rinnovata. “Sarà la casa della riconciliazione”, ha detto una persona a me particolarmente cara. Anche il romanzo avrà molto a che fare con il tema della riconciliazione: potrebb’essere una nuova coincidenza.
Ciao, grazie infinite di aver ricordato ai tuoi lettori anche il mio blog. Buona vacanza.
Antonella
Figurati, grazie a te. E buona estate. 🙂
Rita
Ciao, sono Matteo. Mi sono iscritto al tuo blog.
Scusa, ma non te l’avevo detto.
Buona giornata, Matteo, Rimini.
Grazie, Matteo! E a presto.
Cara Rita Charbonnier, ho visto che si è aggiunta ai lettori del mio blog e mi fa molto piacere, volevo ringraziarla.
Aggiungo, nel caso non l’abbia capito che ho postato la recensione de LA SORELLA DI MOZART perchè è mia; sono l’ex Paige79 di ISN’T IT ROMANTIC? su Splinder.
Cara Tiziana, lo so, l’avevo capito! 😉 Ancora grazie della bella recensione. E a presto!