Il 31 ottobre, a Roma, ricorderemo la scrittrice scomparsa

Mercoledì 31 ottobre, il giorno in cui Chiara Palazzolo avrebbe compiuto 51 anni, alcune persone che hanno avuto la fortuna di conoscerla la ricorderanno in un’occasione che non vuol essere una commemorazione, ma una festa affettuosa. Ci sarò anch’io, che l’avevo conosciuta al Salone del Libro di Torino 2011 e con la quale avevo stretto un’amicizia che non è durata abbastanza.
Ricordo con commozione il giorno in cui, era maggio di quest’anno, Chiara mi telefonò scusandosi perché non riusciva a essere, nei miei confronti, presente quanto avrebbe desiderato. “Perché io, sai… io ho una malattia.” Della quale mi raccontò la storia, la sua lotta, lasciandomi basita. E quella stessa malattia, un paio di mesi dopo, ce l’ha strappata all’improvviso.
Pur essendo pubblicati dallo stesso editore, Piemme, i nostri romanzi non potrebbero essere più diversi. Ma Chiara e io eravamo accomunate da tante strane coincidenze, che notammo con sorpresa e divertimento, parlando di inatteso “gemellaggio”. Mia sorella si chiama Chiara, e vive in Garfagnana a pochi chilometri dalla sorella di Chiara Palazzolo. A Torino fummo intervistate (in video) dalla stessa blogger, Germana Maciocci di Diario di pensieri persi, della quale poi parlammo esaltandone le caratteristiche di lettrice forte, appassionata e competente. Io feci una presentazione del mio ultimo romanzo a Floridia, la città d’origine di Chiara; un puro caso: lei non c’entrava nulla. Nel primo numero del Magazine online Speechless era prevista la pubblicazione di un racconto di entrambe…
E fu con Chiara l’intervista che aprì il ciclo di interviste con scrittrici, solo donne, su questo blog. Ne parlammo a lungo al telefono. “Sai” le dissi “mi è sembrato incredibile, ascoltando Fahrenheit, constatare come dei dieci libri candidati a libro dell’anno [scorso] solo tre, uno dei quali il tuo, siano scritti da donne. E non mi sembra che il rapporto tra uomini e donne che scrivono sia di 7 a 3. Come mai gli uomini ottengono più visibilità, tuttora? In un mondo prevalentemente femminile come quello dell’editoria? Allora avrei pensato di dedicare il mio piccolo spazio solo a donne che scrivono…”. Lei mi appoggiò completamente e accettò di essere la prima ad aprire l’anno, e il ciclo. E quando le dissi quale foto avevo scelto per rappresentarla (quella che campeggia a inizio pagina) lei disse che era l’immagine di sé che preferiva…
Parlammo anche di agenzie letterarie. Chiara lesse i miei post sull’argomento e ne rimase colpita. Ci confrontammo sulle diverse esperienze che avevamo avuto con gli stessi agenti, scambiammo informazioni e impressioni. Last but not least, confrontammo le reciproche scritture. Lei una sera mi telefonò appositamente per dirmi quanto le era piaciuto Le due vite di Elsa (“bellissima la ricostruzione dell’era fascista, persino nel linguaggio”) e un’altra per dirmi che La sorella di Mozart le era piaciuto ancor più.
Ma poi, una mattina dei primi di agosto — ero in giro per Roma alla ricerca di materiali per ristrutturazioni edilizie, e la mia mente non avrebbe potuto essere più lontana da lutti, scomparse, e anche da scritture e letture — mi arriva un messaggio sms di Germana che mi fa comprendere come Chiara non ci sia più.
Vi aspettiamo il 31 ottobre, alle 17, presso la Casa delle Letterature (piazza dell’Orologio, 3), a Roma.

Non conoscevo Chiara, l’ho conosciuta un po’ tramite questo tuo sempre interessante blog, pieno di sensibilità e approfondimenti.
Amo pensare a Chiara ora in un’altra vita, bella e piena di luce. Sto documentandomi molto, in questo periodo, sull’argomento “Vita dopo la vita” (c’è anche un film omonimo in rete, su youtube, interpretato da Eric Roberts, non un capolavoro della cinematografia, ma dignitoso e chiaro, tratto dallo scritto autobiografico del suo vero protagonista tuttora vivente).
Chi dall’altra parte c’è stato e poi è tornato (personalmente conosco ben tre persone ad avere vissuto quest’esperienza e ho letto anche l’avventura incredibile di Gloria Polo, la sudamericana colpita da un fulmine, morta, edotta nell’al di là, e tornata in vita, i cui filmati sono su youtube e le trascrizioni verbali in rete), dice che questa in fondo non è la vera vita. Che quando ti ritrovi dall’altra parte al cospetto della luce, che è la trasposizione figurativa dell’amore puro, non hai più desiderio di tornare indietro, se non per rimediare al male fatto, di cui solo in quei momenti hai una perfetta conoscenza.
Sembra che ogni nostra azione venga scritta nel libro della vita. Ognuno di noi ha il suo. Un piccolo gesto di male, procura danni a catena, a grappolo, e non potrà essere cancellato, nè sanato. I gesti d’amore, al contrario, peseranno a nostro vantaggio.
Ecco, penso allora che Chiara, a cui la bella foto e le tue rimembranze sul vostro particolare rapporto mi hanno molto avvicinata, penso sia in un mondo che ora non sarebbe disposta ad abbandonare. Quando sei là, nonostante gli affetti che lasci, non provi più alcuna attrazione per la terra. Quando sei là è come se ti svegliassi da un sogno che a torto hai creduto essere la vera vita.
E allora il mio augurio per Chiara è che ora possa risplendere nella luce dell’amore; e che chi la ama e l’ha amata la ricordi e la commemori ogni volta che può; ma non con la tristezza nel cuore, che a Chiara ora darebbe solo dolore, ma con la gioia di saperla vicina alla luce e pregando per lei affinchè possa raggiungerla del tutto e al più presto.
Questo periodo che s’avvicina dall’uno all’otto novembre è un momento prezioso per visitare i nostri morti e recitare per loro un eterno riposo: è uno dei regali che da lassù aspettano con più impazienza.
Grazie Rita per questo tuo ennesimo prezioso post. Antonella
Cara Antonella, le tue parole mi hanno profondamente commossa.
Un abbraccio e grazie di cuore.
E’ forse il dovere di chi resta, contribuire ad interpretare la vita secondo non tanto e non solo gli ideali di coloro che l’hanno e ci hanno lasciati ma secondo quelle consonanze misteriose e suggestive che avvicinano gli esseri umani gli uni agli altri, anche impensatamente.. Se non il dovere, comunque una sorta di missione con il risvolto caro – e però anche caro come prezzo da pagare – della vicinanza, per quanto ancora più consapevolmente inattingibile, con i nostri cari, con i nostri amici il cui destino per un punto inspiegabile è diverso dal nostro. Pure “io.. sai .. ho una malattia..”, di cui parlo anche troppo, a fini eminentemente (e pateticamente) apotropaici: sono sicura che Chiara stessa abbia provato intensa quella vicinanza: e la provi adesso in questa nuova sua declinazione che solo in apparenza ci rende incomunicabili.
Così, sì, ben vengano parole e letture.
Ad onorarvi, avrò il raro piacere di leggere un libro di entrambe: grata di quanto, sono sicura, ciò mi donerà.
Da questa e dall’altra parte della linea.
Un saluto caro
Mi sono permessa di approfondire le mie considerazioni qui: http://nephelais.wordpress.com/2012/10/31/parole-e-letture-per-chiara-palazzolo-il-31-ottobre-a-roma/
ciao, buona serata..!
Nephelai, ti ringrazio molto: mi è arrivata notifica della pubblicazione del tuo post proprio mentre mi dirigevo verso la Casa delle Letterature… l’ho letto con molta gioia. Ti ho anche appena risposto. Un abbraccio e a presto.
Sono felice, ed emozionata, del fatto che tu lo abbia letto, e lo abbia portato in te e con te andando alla ‘Casa’ – in qualche modo informale ‘presentandolo’ anche a Chiara Palazzolo.
Grazie! Ricambio l’abbraccio, a presto!