I prezzi alti dei libri elettronici, anziché proteggere i libri, favoriscono la pirateria

Da oggi l’eBook del mio romanzo Le due vite di Elsa costa 4,99 euro. Prima costava € 9,99. Quella di dimezzare il costo per l’utente è stata una mia scelta – con la quale l’editore, Piemme, si è detto d’accordo.
Alcune considerazioni. In primo luogo, i libri elettronici sono utili ai libri. Se un libro viene pubblicato sia in versione cartacea, sia in eBook, di quel libro si ha una maggior diffusione. Però il prezzo dei libri elettronici è mediamente più alto in Italia che negli altri Paesi e questa è una delle condizioni che concorrono alla scarsa diffusione di questo strumento di lettura (in un Paese nel quale, a prescindere, si legge poco).
In linea di principio, a me sembra che un non-oggetto non dovrebbe costare quanto un oggetto; e che il prezzo richiesto all’utente per acquistare un bene dovrebbe anche rispettare i costi di produzione del bene stesso (produrre un libro cartaceo costa enormemente di più che produrre un eBook).
Gli alti prezzi dei libri elettronici favoriscono anche il prosperare della pirateria. Se un eBook viene messo in vendita a caro prezzo (e il testo è interessante), verrà piratato senza dubbio. Perché a quel punto scatterà, nel mondo dei pirati, un atteggiamento di ribellione.
I pirati di libri raccontano a se stessi che i loro antagonisti non sono gli scrittori, ma le case editrici, imprese capitalistiche senza volto né umanità. Quindi, loro rubano ai ricchi (gli editori) per dare ai poveri (i lettori). Il fatto che gli eBook siano in vendita a prezzi alti rinforza ulteriormente la loro narrazione, ed espande la loro attività.
Per contro è provato come, davanti a un’alternativa legale percepita come equa, ragionevole, le persone siano spinte a utilizzarla.
In breve, ecco le ragioni della mia scelta.