La peristalsi e Kant

Esperienze di vita (e gabinetto) di una scrittrice

Quanto vado a narrare è capitato per filo e per segno a una signora che conosco, la quale ha scritto un libro che è stato di recente pubblicato da un editore coi fiocchi.

Tempo fa, a casa di amici, questa signora aveva conosciuto un tale che le ispirava una certa simpatia. In tempi recenti lo ha incontrato per caso, in mezzo alla via, e ci ha conversato brevemente, ma in modo molto amabile.

I due si scambiano i numeri di telefono, prendono appuntamento per un aperitivo e trascorrono insieme un piacevole paio d’ore. L’uomo si dice tanto dispiaciuto di non aver ancora letto il romanzo della signora, del quale ha “sentito parlare così bene”; al momento dei saluti lei, che ne aveva due copie in macchina, gliene regala una.

Si ritrovano dopo alcuni giorni a casa di lui, che ha organizzato una cenetta a quattro: loro due e una coppia consolidata. A tavola il simpatico individuo afferma di aver iniziato a leggere il romanzo e di essere “già arrivato a pagina 50”! L’ha trovato, dice, estremamente accattivante; ma sembra più una concessione che un complimento.

Poi la coppia consolidata se ne va e i due restano soli in quel territorio, costellato di silenzi imbarazzati, nel quale si sa quel che potrebbe accadere ma non si sa se accadrà. D’un tratto lei, che ha bevuto un po’ di vino, chiede dove si trovi il bagno. Lui ce la accompagna e, premuroso, le consegna un asciugamano pulito e le indica una saponetta rossa e miracolosa.

L’uomo si dilegua, chiudendo con cura la porta, e lei si guarda intorno. C’è un’aria di vecchiume; mattonelle consumate, sanitari divenuti opachi con il tempo. Si dirige al water, solleva la gonna, abbassa gli slip e siede. Giusto davanti al water c’è una panca, e sulla panca c’è un libro aperto alla pagina numero 50.

È il suo romanzo.

Ora. Che molte persone leggano volentieri al cesso è cosa nota. Ma magari non si tratta di letture dai contenuti profondi, che so, il giornale di quartiere, una rivista di gossip, un libro di barzellette (può darsi che ridere favorisca la peristalsi). E se anche sei così bravo da leggere Kant mentre svuoti il colon, la sera che Kant ti viene a casa gli fai trovare il libro da un’altra parte.

O no?

About

Questo è il sito di Rita Charbonnier, autrice dei romanzi Figlia del cuore (di prossima uscita per Marcos y Marcos), La sorella di Mozart (Corbaccio 2006, Piemme Bestseller 2011), La strana giornata di Alexandre Dumas e Le due vite di Elsa (Piemme 2009 e 2011). Scopri di più...

4 commenti su “La peristalsi e Kant

  1. Credo che questo sia uno dei pezzi più divertenti che abbia letto negli ultimi tempi. E, se questo può consolare la protagonista del tuo racconto, un paio di settimane fa un collega mi ha confessato di aver iniziato il mio libro mentre sedeva “sulla tazza del water”. Devo ammettere che la cosa mi ha creato un sottile imbarazzo. Ma tant’è.
    Evidentemente esiste questo aspetto “escatologico” della lettura… anche se a me sfugge.
    Grazie dei tuoi interventi sempre intelligenti e acuti.
    A presto

    1. Caro Luca, ti ringrazio, troppo buono! Sono lieta di averti divertito. E comprendo il tuo imbarazzo… mi sarebbe piaciuto vedere sia la faccia del tuo collega, sia la tua. 🙂
      In bocca al lupo per la tua attività, che evidentemente procede molto bene, e a presto.

      1. Ahahah … gli uomini con il “cesso” hanno un rapporto diverso da noi donne…
        Sono quasi certa che l’uomo lo abbia lasciato lì di proposito pensando di fare cosa ben fatta!
        Ma… come è finita la serata?
        Lui è riuscito a farsi perdonare della “gaffes?

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