L’editore Zecchini pubblica un documento interessante: il diario della sorella di Mozart, un resoconto delle attività della famiglia. A cura di Olimpio Cescatti
C’è un piccolo grazioso romanzo per fanciulli della poetessa canadese Barbara Kathleen Nickel, intitolato The Secret Wish of Nannerl Mozart (il desiderio segreto di Nannerl Mozart: ne parlo anche nel mio sito in inglese). Leggendolo, parecchi anni fa, appresi come la sorella di Mozart, Maria Anna detta “Nannerl” — personaggio interessante, al tempo ignoto ai più — tenesse un diario.

Nella postfazione al suo romanzo, l’autrice scrive:
Per diversi anni Nannerl tenne un diario; di tanto in tanto anche suo fratello vi scriveva. Il quaderno fu poi ereditato dalla vedova di Wolfgang, che purtroppo non comprese l’importanza di quel documento. Smarrì alcune pagine, altre ne strappò per cederle separatamente ad amici e collezionisti; successivamente, le pagine superstiti furono raccolte e pubblicate in lingua tedesca.
L’edizione tedesca, al momento, si trova solo sul mercato dell’usato. Se non il diario intero, alcuni suoi estratti sono in qualche modo reperibili in inglese; c’è poi la traduzione francese, all’interno della monumentale Correspondance mozartiana pubblicata da Flammarion (e a sua volta fuori stampa). Il “Journal de Nannerl” è racchiuso nel tomo VII, ma è di difficile consultazione poiché gli stralci sono inframmezzati da altri documenti — appunti di viaggio, articoli e testimonianze varie. D’altra parte, il ricchissimo apparato di note (curato dalla Fondazione Internazionale Mozarteum di Salisburgo) fornisce un contributo sostanziale a una lettura che non potremmo definire di piacere.

Forse questo occorre chiarire, prima di tutto: si tratta di un documento. Chi pensasse di procurarsi la nuova edizione in lingua italiana pubblicata da Zecchini per trovarvi uno scorcio sull’anima di una giovane donna geniale e costretta, dalla cultura del suo tempo e dal padre che si ritrova, a rinunciare all’espressione artistica per ammazzarsi di lavoro in favore del fratello geniale quanto e più di lei, rimarrebbe deluso.
Niente “caro diario, ti scrivo in questa notte insonne mentre nella mia mente vagano le melodie che trascriverei se mi fosse concesso…” o cose del genere. Il massimo dell’abbandono emozionale è il seguente:
Il giorno 8 [agosto 1775] c’è stata la prova della Finalmusik composta da mio fratello […]. Il 9 c’è stata la Finalmusik; è partita da casa nostra alle 8 e mezza verso il Mirabell, dove è durata fino alle 9 e tre quarti, e da qui fino al collegio, dove è durata fin dopo le 11.
Punto e basta. Sia il diario, sia le (poche) lettere giovanili della sorella di Mozart lasciano attoniti per la loro freddezza. Nulla, nei suoi scritti, suggerisce che lei fosse stata una bambina prodigio, che si fosse esibita in coppia con il fratello davanti alle teste coronate di tutta Europa. Nannerl non fa che riportare quel che accade attorno a lei, nella piccola provinciale Salisburgo, a volte nella forma dell’elenco; non annota quel che pensa, quel che sente, quel che desidera. Una qualche emozione, in questi scritti, traspare esclusivamente dalla penna di suo fratello, che — come ho letto una volta su una pagina web che mi ha fatto molto ridere — si comporta come un troll. Ovvero, si appropria del diario della sorella e vi inserisce frasi e commenti non di rado salaci; talvolta traccia disegnini e soprattutto prende Nannerl sfacciatamente in giro. Ad esempio, lei scrive:
Il 23 [maggio 1775] il tempo è stato proprio bello, però la processione non ha avuto luogo lo stesso,
e Wolfgang si inserisce:
perché Sua Grazia Serenissima temeva la merda di avere la diarrea.
L’autografo riporta proprio la parola Scheißen prima scritta, poi barrata e infine affiancata da un termine meno socialmente inaccettabile.
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Perché, infine, procurarsi questo Diario di Nannerl Mozart, a cura di Olimpio Cescatti, Zecchini editore? Non solo perché è l’unico, a quanto sembra, diario di Nannerl attualmente reperibile in una lingua europea. Non solo perché è la prima traduzione italiana del documento (non è dichiarato chi l’abbia tradotto ma senz’altro si tratta dello stesso curatore, già autore di traduzioni dal tedesco di argomento musicale. L’opera di traduzione, peraltro, in questo caso, è oltremodo complessa. Gli scritti della famiglia Mozart presentano usi linguistici obsoleti, espressioni dialettali e un’ortografia difficile da comprendere anche per i tedeschi madrelingua di oggi; figuriamoci quando non si tratta neppure di lettere che espongono discorsi con un filo, ma di stringati appunti). Io credo che abbia senso procurarselo perché è chiaro e ben strutturato, anche sul piano grafico, nell’offrire uno spaccato sulla vita quotidiana di una famiglia austriaca del tardo Settecento; e non di una famiglia come tutte le altre. Una famiglia di persone colte, eccezionalmente intelligenti e dalla quale è nato uno dei massimi geni della musica di tutti i tempi. E poi, perché non c’è solo il diario.

Il sottotitolo del libro recita, anzi, forse un tantinello strilla: Con l’Intervista a Nannerl che parla del fratello Wolfgang e con l’aggiunta di Scritti di Mozart (notare le maiuscole). Non appena ne ho avuto notizia, ho riso e mi son detta: chissà se l’intervista gliel’hanno fatta via Skype; del resto, in Cielo la connessione funzionerà da Dio. E finché non ho avuto il libro tra le mani, non ho fatto che chiedermi: ma a cosa diavolo si riferiscono? Forse alla visita che il musicista inglese Vincent Novello, accompagnato dalla moglie Mary, fece a Nannerl anziana nel 1829, nell’ambito di un “pellegrinaggio mozartiano” atto a incontrare e intervistare coloro che con Mozart avevano avuto rapporti personali?
E invece no, più semplice — e forse anche più utile. Nel libro è riportata parte della corrispondenza di Nannerl con gli editori che, fin dai mesi successivi alla morte del fratello, le richiesero informazioni sulla base delle quali realizzare nel minor tempo possibile una biografia di Mozart. Quindi, effettivamente, c’è una serie di domande (dell’editore) e risposte (di Nannerl): come la intenderemmo oggi, un’intervista. Seguono alcune pagine nelle quali Nannerl parla del fratello, del suo carattere, del suo comportamento, delle sue bizzarrie, in un modo straordinariamente interessante e, credo, unico; a me, perlomeno, non è capitato di trovare altrove le stesse notizie, esposte con la stessa efficace secchezza. Una serie di fatti concreti, che ci mostrano quest’uomo incredibile, che ce lo fanno vedere nella sua piccolezza, senza che ciò ne mini la grandezza.
Conclude il volume una piccola raccolta di scritti di Mozart in versi, purtroppo privi di annotazioni e spiegazioni, compresa la famosa, burlesca filastrocca che lui compose per la sorella quando lei nel 1784 si sposò: “presto saprai per tua esperienza / ciò che anche Eva ebbe a imparare / onde a Caino la vita donare”. Già, Caino, il fratello invidioso e fratricida. Che il rapporto tra Wolfgang e Nannerl Mozart fosse ormai deteriorato è evidente anche da questi segni.
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