Un concerto-spettacolo che racconta il genio di Bonn in modo inusuale

Sono molto felice di annunciare che il prossimo 5 febbraio andrà in scena in Svizzera, a Chiasso, sul grande palcoscenico del Cinema Teatro, il concerto-spettacolo BEETHOVEN SI DIVERTE, basato su un mio monologo teatrale interpretato da Pamela Villoresi. E basato, soprattutto, su composizioni di Ludwig van Beethoven scelte e interpretate dal Trio des Alpes, dal soprano Martina Jankovà e dal tenore Marcello Nardis.
Perché Beethoven si diverte? Perché l’autore della Nona Sinfonia si è anche dilettato nell’elaborare un gran numero di quelle che oggi potremmo definire canzonette; ad arrangiare per voce, violino, violoncello e pianoforte quasi duecento canti popolari originari di diverse regioni europee, dalla Scozia al Galles all’Irlanda, dal Veneto al Tirolo alla Sicilia. Si tratta di un repertorio vasto, costituito di musiche fresche, fruibili e diversificate; un repertorio che oggi viene eseguito di rado e che spesso viene bollato come “minore” o poco rilevante. Chissà, d’altra parte, che qualcosa nella nostra comprensione di Beethoven non vada perso, accantonando la sua produzione musicale più “leggera”; che questi Volkslieder non possano aiutarci ad avere una visione più completa delle opere maggiori del Maestro.
BEETHOVEN SI DIVERTE raccoglie questa sfida e propone questo repertorio. La parte musicale è affidata al Trio Des Alpes, formazione da camera italo-svizzera nota per la sua attività internazionale: la violinista Hana Kotkovà, il violoncellista Claude Hauri, il pianista Corrado Greco. Con loro due interpreti d’eccezione: il soprano Martina Jankovà, protagonista nei ruoli principali nei maggiori teatri europei, e il tenore Marcello Nardis, tra i più acclamati interpreti del repertorio liederistico in Europa. Il programma musicale è integrato dall’esecuzione del Trio per archi e pianoforte in Re maggiore, n. 1 op. 70, ovviamente di Beethoven.
Accanto ai musicisti e ai cantanti, Pamela Villoresi dà voce e corpo a un personaggio che molto ha contato nella vita di Beethoven; una donna che l’ha conosciuto forse meglio di chiunque altro ed è in grado di svelare aspetti insoliti dell’uomo e del musicista. Si tratta di Johanna Reiss (1786-1869), moglie di uno dei due fratelli di Ludwig van Beethoven, Kaspar (1774-1815). Era quindi cognata del Maestro.
BEETHOVEN SI DIVERTE: il testo

Il monologo è pubblicato: lo si trova nella versione eBook su tutti i maggiori negozi e nella versione cartacea su Amazon. Il testo è introdotto da un saggio sui Volkslieder del musicista e musicologo Maurizio D’Alessandro; seguono un profilo di Johanna van Beethoven e un articolo di Corrado Greco, il pianista del “Trio des Alpes”, sulla concezione del concerto-spettacolo.
Questa agile pubblicazione rappresenta un’occasione di accostarsi a un Beethoven poco esplorato: quello che, nello stesso periodo della sua vita, scrisse musica d’intrattenimento e trascinò in tribunale sua cognata.
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Johanna Reiss è infatti passata alla storia per via di una furibonda battaglia legale che la oppose al famoso cognato, il quale aveva di lei una pessima opinione e dopo la morte di Kaspar fece di tutto per toglierle il figlioletto Karl (1806-1858). Dopo anni di processi, Beethoven riuscì a ottenere la custodia del nipote e il drammatico episodio è uno dei più controversi della sua vita, che al tempo screditò la sua figura umana (senza però intaccare l’immagine del venerato e amatissimo compositore). Anche perché Karl, giunto a vent’anni, esasperato dal ferreo controllo che lo zio esercitava sulla sua vita, tentò il suicidio.

Coloro che hanno visto il film Amata immortale, risalente al 1994, ricordano probabilmente la vicenda. Nel film, scritto e diretto da Bernard Rose, si sostiene tuttavia che Johanna Reiss (interpretata da Johanna ter Steege) e Ludwig van Beethoven (Gary Oldman) avessero avuto un’appassionata relazione giovanile, interrottasi per un malinteso quando lei era incinta; Karl era figlio di Ludwig, non di Kaspar, e dopo la rottura con l’uomo che amava Johanna avrebbe ripiegato sul di lui fratello. La misteriosa “amata immortale” alla quale Beethoven indirizzò una famosa lettera reperita solo dopo la sua morte sarebbe quindi nientemeno che la cognata. Alcuni documenti venuti alla luce in tempi più recenti provano però che le cose non possono essere andate in questo modo.
Fu proprio nel periodo in cui era impegnato nella lotta processuale con Johanna che Beethoven si dedicò agli arrangiamenti delle canzoni popolari. Può darsi che le vicende familiari impedissero al Maestro di concentrarsi sulla propria musica più “alta”; o forse egli aveva bisogno di risolvere le proprie questioni personali prima di potersi dedicare alle sue ultime opere, le più complesse e visionarie.
2 commenti su “«Beethoven si diverte»”