Anche Beethoven si diverte con il Trio des Alpes

Mario Chiodetti intervista Corrado Greco, il pianista del Trio des Alpes, a proposito di Beethoven si diverte, il nostro concerto-spettacolo che ha debuttato a Chiasso

Trio des Alpes

Intervista originariamente pubblicata su “Lombardia Oggi”, inserto settimanale del quotidiano “La Prealpina” di Varese

Violino, violoncello e pianoforte, ovvero l’equilibrio in musica, la bellezza del repertorio e la profondità della lettura, il virtuosismo e l’originalità delle scelte esecutive. Tutto ciò è il Trio Des Alpes, composto dal violoncellista svizzero Claude Hauri, dalla violinista ceca Hana Kotkovà e dal pianista catanese, ma varesino da una vita, Corrado Greco [da sinistra nella foto]. L’ensemble, fondato nel 2010, ha compiuto tournée in Europa e negli Stati Uniti, grazie alla bravura dei singoli musicisti e alla preziosità del repertorio, composto spesso da brani di autori meno noti o poco eseguiti.

Il Trio Des Alpes, assieme al soprano Lorna Windsor, ha recentemente pubblicato un cd dedicato a tre straordinarie compositrici, l’inglese Rebecca Clarke, la francese Lili Boulanger e l’americana Amy Beach, recensito con cinque stelle dalla prestigiosa rivista “Musica”. Domenica 5 febbraio alle 17, al teatro di Chiasso, un altro omaggio al mondo femminile, lo spettacolo “Beethoven si diverte”, con il titano di Bonn raccontato dalla cognata Johanna Reiss impersonata da Pamela Villoresi (il testo è di Rita Charbonnier) e l’esecuzione dei rari Volkslieder da parte del Trio des Alpes con il soprano Martina Jankovà e il tenore Marcello Nardis.

L’attenzione al mondo femminile è una delle vostre caratteristiche. Come mai? Lo chiediamo a Corrado Greco, tra l’altro direttore artistico della stagione concertistica dell’università dell’Insubria.

Per noi è la cosa più naturale del mondo. Non basta dire che la donna è l’altra metà del cielo: è un altro modo di delimitarne la creatività, che invece è prerogativa del genere umano tutto. Non smettiamo di meravigliarci di quanta Bellezza inesplorata riservi ancora l’indagine sui repertori musicali. I recenti riconoscimenti che la stampa specializzata ha attribuito al nostro disco, e l’entusiasmo del pubblico che ascolta queste opere spesso per la prima volta ci gratificano e ci rendono orgogliosi di questa scelta.

È la prima volta che il trio lavora con una voce recitante in una pièce teatrale?

Sì. È un’esperienza importante e fortemente voluta. Abbiamo già lavorato in teatro, recentemente con Dacia Maraini per esempio, ma è la prima volta che commissioniamo un testo teatrale su una nostra idea. Crediamo che il lavoro del musicista, oggi più che in passato, debba continuamente rinnovarsi e non diventare autoreferenziale. Il mondo del teatro a sua volta potrà trovare un arricchimento da questo interscambio.

Che aspettative avete per questo lavoro? Come mai la scelta di Pamela Villoresi?

Crediamo che sia la scelta ideale per il testo di Rita Charbonnier. Basandosi su una figura realmente esistita e che ha avuto un peso rilevante nella vita di Beethoven, si mettono in luce aspetti poco noti e per certi versi inattesi del genio. Per la parte musicale, alla pari del racconto, ci siamo rivolti a un lascito beethoveniano ancora inspiegabilmente poco sfruttato, ovvero la imponente raccolta dei Volkslieder per trio con pianoforte e voce.

Quale spirito anima il vostro trio?

In una formazione da camera più che il carattere individuale conta la fusione strumentale e soprattutto la visione comune. Nel nostro lavoro di costruzione del repertorio la formazione e le prerogative di ciascuno sono importanti, ma sempre con l’intenzione di arrivare a un messaggio musicale chiaro e condiviso.

Come scegliete il repertorio e qual è il vostro metodo di lavoro per studiare una nuova opera da eseguire?

Siamo curiosi. Fin dall’inizio del nostro sodalizio abbiamo avuto ben chiaro il fatto che non ci saremmo limitati al grande repertorio, ma avremmo dedicato energia e passione alla ricerca. Un’apertura mentale che ci ha permesso in pochi anni di compiere esperienze importanti. Vorrei però ricordare anche altri nostri progetti, per esempio il nostro impegno per l’esecuzione dei Tripli concerti con orchestra. Abbiamo suonato con l’Orchestra da camera di Mantova il Concertino di Martinu e in passato i Tripli di Beethoven, Schnyder, Ghedini. Come pure il progetto dedicato alle musiche di ispirazione popolare. E l’attenzione per i giovani, con le masterclass nelle Università degli Stati Uniti.

Mario Chiodetti


BEETHOVEN SI DIVERTE: il testo

Libri di argomento musicale: Beethoven si diverte

Il monologo è pubblicato: lo si trova nella versione eBook su tutti i maggiori negozi e nella versione cartacea su Amazon. Il testo è introdotto da un saggio sui Volkslieder del musicista e musicologo Maurizio D’Alessandro; seguono un profilo di Johanna van Beethoven e un articolo di Corrado Greco, il pianista del “Trio des Alpes”, sulla concezione del concerto-spettacolo.

Questa agile pubblicazione rappresenta un’occasione di accostarsi a un Beethoven poco esplorato: quello che, nello stesso periodo della sua vita, scrisse musica d’intrattenimento e trascinò in tribunale sua cognata.

Ordina il libro

About

Questo è il sito di Rita Charbonnier, autrice dei romanzi Figlia del cuore (di prossima uscita per Marcos y Marcos), La sorella di Mozart (Corbaccio 2006, Piemme Bestseller 2011), La strana giornata di Alexandre Dumas e Le due vite di Elsa (Piemme 2009 e 2011). Scopri di più...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *