Non sempre il caos aiuta la creatività… il più delle volte, per scrivere meglio, occorre un minimo di organizzazione
Articolo di Cristina Biasini

Che cosa c’entra la scrittura con l’organizzazione personale? Come può questa attività creativa, che si dice governata dal genio e dal talento, avere a che fare con liste, progetti, routine e altri strumenti che in genere si utilizzano in faccende assai più prosaiche e razionali?
Il fatto è che il genio e il talento da soli non bastano. Se guardiamo al modo di lavorare degli artisti che riescono nella loro arte, scopriamo che quasi sempre hanno anche un metodo, una routine o una qualche forma di organizzazione (se volete saperne di più, ci sono ottimi esempi sul sito Brainpickings). Diversi studi, inoltre, dimostrano che il talento, quel dono naturale che sembra la sola caratteristica distintiva degli artisti, può essere coltivato, migliorato, fatto crescere.
Come? Certo non mettendosi seduti a contemplare la sublime bellezza della natura o ricercando alterazioni dello stato di coscienza in attesa che arrivi l’ispirazione. Come disse Thomas Alva Edison:
Il genio è per l’1% ispirazione e per il 99% sudore.
In altre parole ci vuole pratica, e parecchia.
Scrivere meglio: l’approccio organizzativo
Ma allora quali sono le risorse davvero necessarie per scrivere? A mio avviso sono quattro: le idee (e la capacità di connetterle); la capacità di esprimere le idee, ossia l’abilità nella scrittura; il tempo; le energie.
Poi, ogni scrittore o scrittrice ha le proprie risorse specifiche, che dipendono sia dal carattere che dal tipo di opera che sta scrivendo: c’è chi ha bisogno di uno spazio isolato e chi scrive tranquillamente al bar, chi dipende da una particolare penna e chi da un determinato software, ecc. Ma le cose di cui chiunque scriva non può fare a meno mi sembrano queste.
Ed è qui che un approccio organizzativo può aiutarci a scrivere meglio — a rendere la nostra attività di scrittura più efficace, più piacevole e meno stressante. Perché l’organizzazione, in definitiva, non è altro che la gestione delle risorse che abbiamo a disposizione. Pensate, per fare un esempio tratto dalla vita quotidiana, all’organizzazione domestica: si tratta di gestire risorse come gli spazi, il denaro, il tempo (nostro e di chi vive con noi), ecc. E, più siamo organizzati, più questa gestione si rivelerà ottimale: gli spazi saranno ben sfruttati e quindi più comodi, avremo un’idea chiara della nostra situazione economica e finanziaria, le nostre giornate saranno più rilassate.
Vediamo dunque come gestire al meglio le quattro risorse fondamentali per chi scrive.

1. Le idee (e la capacità di connetterle)
Le idee sono la materia prima di ogni attività creativa, e dobbiamo averne la massima cura. Prima di tutto, dobbiamo raccogliere le idee che abbiamo. Il mio consiglio è prendere nota di tutte le idee che abbiamo in testa, in qualunque momento ci vengano in mente, e inserirle in uno “schedario delle idee” (cartaceo o digitale), che servirà anche nelle fasi successive. Un’idea, una scheda: in questo modo non ci sfuggiranno e, successivamente, potremo approfondirle e collegarle ad altre.
Ma a volte, magari su un passaggio cruciale, l’idea giusta ancora non c’è. Si tratta allora di generare le idee, attraverso tecniche come il brainstorming o le mappe mentali, per poi aggiungerle al nostro schedario.
Infine, bisogna connettere le idee tra loro: è così che nascono scalette, sinossi, plot. Se, quando arriva questo momento, lo schedario delle idee sarà abbastanza completo, potremo combinare le schede che contiene per costruire l’ossatura della nostra opera.
2. La capacità di esprimere le idee, ossia l’abilità nella scrittura
Se il genio da solo non basta, e se il talento può essere migliorato, possiamo lavorare per affinare la nostra capacità di esprimere le idee attraverso la parola scritta. Ovvero, diventare scrittrici e scrittori migliori.
Come? Con la pratica, l’abbiamo visto, ossia scrivendo e riscrivendo. E spesso i risultati migliori si vedono non quando ci si incaponisce su un singolo passaggio, ma attraverso esercizi come la scrittura a tempo e la scrittura libera.
3. Il tempo
Il tempo, o meglio la sua mancanza, è lo scoglio su cui naufragano molti progetti creativi: le nostre giornate sono scandite da impegni di ogni genere e il tempo assume le sembianze di un tiranno che prende decisioni inesorabili su cosa dobbiamo fare e quando, mortificando il desiderio di dedicarci alla scrittura.
Ma vedere il tempo come un tiranno, purtroppo, non aiuta. Anzi, come spiega Murakami Haruki, dovremmo vederlo come un amico: “La mia idea è che considerando il tempo amico, in una certa misura si riesce a controllarlo. Non bisogna lasciarsene dominare, insomma, altrimenti si finisce per assumere un atteggiamento passivo.” (Murakami Haruki, Il mestiere dello scrittore, Einaudi, Torino 2017, p. 95).
Per fare amicizia con il tempo e assumere un atteggiamento attivo nei suoi confronti, chi scrive ha secondo me due strumenti preziosi. Il primo è la pianificazione: scomporre il progetto di scrittura in segmenti, valutare il tempo necessario per ciascuno di essi, monitorare i tempi reali di ogni fase della scrittura e, in caso, modificare il piano di conseguenza.
Il secondo strumento per fare amicizia con il tempo è la creazione di routine di scrittura: si tratta di fare della scrittura un’abitudine, una costante della vita, quasi un automatismo. Ed è proprio attraverso le routine, peraltro, che la pratica della scrittura può svolgersi con il ritmo giusto e contribuire a migliorare le nostre capacità espressive.
4. Le energie
Tutti abbiamo bisogno della giusta dose di energia per scrivere ma, dato che non siamo tutti uguali, la qualità e la quantità di questa energia varia da persona a persona. Qui si tratta di fare un piccolo esercizio di auto-osservazione per capire, per esempio, di quante ore di sonno si ha bisogno, in quali condizioni si dispone delle energie ottimali per scrivere (la mattina o la sera?), cosa aumenta i livelli di energia (un pisolino? una corsa?) e cosa li abbassa (stare troppo seduti? il mal di schiena? le distrazioni?).
Spesso non ci si pensa ma, per scrivere, dedicarsi al proprio benessere e trovare i modi per rafforzare le energie di cui si ha bisogno è importante quanto ampliare il proprio lessico o rendere più fluida la propria sintassi.
Articolo di Cristina Biasini
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