Una storia d’amore e di buddismo: lo scienziato, autore di numerosi libri tradotti in varie lingue, firma un romanzo spirituale
Articolo di Alessandra Piccinni

“Sei felice?” è la domanda che costantemente si fa il protagonista, Marcello. La stessa fatidica domanda che ci facciamo tutti chissà quante volte nella vita.
Per avere la risposta, o meglio una delle possibili risposte, vale la pena di leggere l’intrigante romanzo Le cinque porte della felicità di Pier Luigi Luisi, illustre studioso di biochimica che ha al suo attivo decine di pubblicazioni scientifiche tradotte in più lingue, oltre ad alcuni romanzi. In particolare, Luisi si occupa da anni del complesso dialogo tra scienza e buddismo, che sempre di più sembrano giungere alla stessa conclusione: tutti i fenomeni, incluso il sé della persona, non hanno natura inerente, non hanno caratteristiche intrinseche. Sono una proiezione della mente, quindi impermanenti. Compreso l’Amore Vero, del quale siamo spesso alla (vana) ricerca.
Di tutto questo e molto altro tratta questo libro, una sorta di crossover tra diario spirituale e romanzo d’avventura che ha come protagonista Marcello, un maturo giornalista.
Marcello viene convocato a Katmandu da Matteo, l’amico fraterno con cui ha condiviso tutto, compresa l’esperienza nel monastero buddista in Nepal nel quale hanno fatto insieme l’apprendistato da monaci. Dopo tre anni, Matteo ha completato il percorso ed è rimasto nel monastero, Marcello invece è tornato alla sua vita di sempre. Con un leggero retrogusto di sconfitta, però: non è riuscito a staccarsi dalla sua esistenza quotidiana fatta di esaltanti altalene emotive, di viaggi, di amori e legami d’amicizia, di sfide professionali. Una vita che gli piace, che continua ad affascinarlo, malgrado la nostalgia per Matteo che ha avuto la determinazione di abbracciare fino in fondo la rigorosa disciplina da monaco buddista.
Marcello si prepara a partire per salutare l’amico un’ultima volta. La cosa più incomprensibile per lui è che, sebbene sul punto di morire, Matteo si preoccupi — come ha sempre fatto — della felicità dell’amico: quella vera, assoluta, frutto della capacità di cancellare ogni preoccupazione, ogni sofferenza ma anche ogni gioia, e di percepire la pura entità della vita scevra da tutto ciò che la riempie. Spogliarla dalle illusioni significa goderla, istante per istante, nella sua essenza. Matteo è riuscito in questa che appare una mission: impossible, Marcello invece assaggia la felicità solo in sublimi ma sudatissimi momenti.
Al desiderio di rivedere Matteo, si intreccia quello di conoscere la misteriosa signora a cui appartiene il casale lungo la strada che lui percorre da anni. Nell’immaginazione di Marcello, convinto di essere innamorato di lei, è una donna tanto imprendibile e affascinante che lui l’ha soprannominata la Castellana.
Qualche giorno prima di partire per il Nepal, Marcello si fa coraggio e si presenta al casale. Qui però trova solo Eva, segretaria personale della Castellana: la signora è partita. Marcello, che stavolta vuole a tutti i costi conoscerla, la insegue fino all’isola d’Elba, dove sembrerebbe diretta.
Trova ospitalità nel magnifico e decadente agriturismo di una coppia di anziani host, che lo prendono sotto la loro ala protettrice con la complicità della giovanissima factotum Maria. È una bizzarra adolescente che ha un’incredibile capacità: parla con i defunti. E questo sembra suggerirci che tra la vita e la morte non esiste, al di là della nostra percezione di esseri umani, un confine così netto…
La Castellana, intanto, appena intravista da Marcello sull’isola, gli sfugge ancora una volta. Quasi una metafora dell’Amore, che ci sembra a volte così vicino, afferrabile, ormai nostro, e invece non è altro che l’ennesima illusione creata dalla mente.
Marcello, dopo aver scoperto che anche la Castellana è diretta in Nepal, si affretta a partire. Lasciando in sospeso la risposta a un’inattesa e sorprendente proposta fattagli dai suoi host.
Arrivato nel monastero dove Matteo si prepara al distacco dalla vita, Marcello fa un altro incontro importante che lo spinge a cimentarsi in una difficile pratica meditativa da compiere in assoluta solitudine: aprire le cinque porte della felicità.
In che cosa consiste? Marcello, anziché restare prigioniero delle circostanze che si manifestano nella vita di tutti i giorni, si sforza di imparare a percepire con i cinque sensi — ognuno è una ‘porta’ — l’attimo che sta vivendo, e starci pienamente dentro. Senza che la mente sia rivolta al passato o al futuro, ma sempre all’istante presente, per centrarsi nella sua vita. Perché il tempo — così come lo spazio — è una creazione illusoria della mente. Solo imparando a controllarla si può godere appieno della vita.
Bella sfida, per Marcello (e per chiunque di noi), che dopo aver vissuto mille esperienze ora vorrebbe prendere la decisione definitiva, quella giusta, sulla sua vita. Proprio mentre nel suo cuore sente emergere inaspettatamente l’attrazione per una nuova donna.
Tra le pagine de Le cinque porte della felicità, oltre al viaggio — prima di tutto interiore — compiuto dal protagonista, troviamo molto altro: personaggi affascinanti, figure ambigue, svolte impreviste, incontri fatali. Spesso con l’apparente casualità che è propria della vita di tutti. Eppure in questa storia, come in ogni altra, proprio niente succede a caso.
Non voglio spoilerarvi come va a finire l’avventura di Marcello, ma attraverso i suoi occhi e il suo cuore potrete fare delle preziose scoperte su voi stessi.
Alessandra Piccinni
Alessandra Piccinni vanta 20 anni di esperienza come art director nelle più importanti agenzie internazionali di pubblicità e ha vinto premi prestigiosi per le sue campagne. Da altri 20 anni lavora nel campo della scrittura come autrice e sceneggiatrice per tv e cinema. Nel frattempo, da praticante buddhista, si dedica appassionatamente alla lettura di romanzi e saggi che esplorano il tema della spiritualità. Per la Scuola buddhista di cui è membro da oltre 30 anni, si occupa di approfondimento e studio degli insegnamenti. Cura inoltre la preparazione dei partecipandi agli esami teorici promossi ogni anno dalla Scuola.